La legge regionale n. 22 del 1995
istitutiva del Progetto Donna non è stata finanziata!
Apprendiamo la notizia dal messaggio e-mail che trasmette il verbale della
riunione del Coordinamento del Progetto Donna della Regione Calabria,
tenutasi lo scorso 9 aprile. Riportiamo fedelmente parti del verbale,
affinché le cittadine e i cittadini calabresi siano correttamente
informati su una decisione che porta la nostra regione indietro di decenni.
La coordinatrice Antonella Stasi comunica alle componenti del coordinamento
che per lesercizio finanziario 2013 la legge istitutiva del Progetto
Donna non è stata finanziata, ciò in unottica di spending
review e di razionalizzazione della spesa. Pertanto informa il coordinamento
che Progetto Donna è una norma destinata a scemare.
Ricordiamo a coloro che hanno a cuore le politiche di genere tese a favorire
pari opportunità ai cittadini che la Legge Regionale del 19 aprile
1995 n. 22, istitutiva del Progetto Donna, nacque dalla volontà,
diffusa tra le donne calabresi, di creare uno strumento legislativo che
desse valore ai loro saperi, ai loro progetti.
NellArticolo 1 della legge si afferma che La Regione Calabria
riconosce valore e da visibilità al pensiero e alle attività
delle donne calabresi e pertanto istituisce il Progetto Donna con sede
presso la Giunta Regionale.
Nellarticolo 2 si sottolinea che Il progetto Donna si pone
come espressione della soggettività politica delle donne calabresi,
ne sostiene i diritti, ne evidenzia i bisogni, ne promuove i percorsi
di libertà.
Tutto questo e molto altro dallalto valore simbolico e dallimportante
valenza operativa, andrà a scemare, riprendendo il
termine utilizzato dalla coordinatrice Stasi.
In questi anni, tanti sono stati gli ostacoli frapposti ad uno strumento
legislativo evoluto ed innovativo, preso ad esempio dalle altre regioni
italiane. Nel 1999 avevano tentato di cancellare la rappresentanza delle
associazioni femminili che la legge prevede che abbiano un importante
ruolo nella programmare delle attività; ma lindignazione
fu tale che gli sciagurati consiglieri regionali che ci avevano provato
non ci riuscirono. Nel tempo, hanno eroso e stornato i fondi destinati
alla programmazione delle attività, ma pensare ad una chiusura
definitiva della legge e di snaturare lo spirito del Progetto Donna,
ridimensionando di conseguenza lagire delle donne, è un attacco
senza precedenti!
In momento in cui a livello nazionale si pensa di avviare azioni positive
specifiche per fermare il femminicidio continuo e sempre più cruento,
in Calabria si coglie loccasione per fermare una legge voluta dalle
donne e che negli anni ha concorso a realizzare nella nostra regione centri
di informazione, biblioteche delle donne, telefoni rosa, percorsi formativi
deccellenza. Più di cento sono le associazioni femminili
iscritte allAlbo regionale del Progetto Donna che hanno sempre difeso
con il loro impegno e la loro determinazione gli scopi fondativi della
legge e che non si sono mai stancate di presentare proposte e progetti
di genere.
Le rappresentanti delle associazioni femminili del Coordinamento del Progetto
Donna per i quattro settori dintervento - informazione, cultura,
lavoro e servizi con grande spirito di servizio hanno redatto e
proposto le linee di indirizzo della programmazione delle attività
da mettere a bando, così come prevede la legge, ma lassenza
della necessaria copertura finanziaria ha vanificato il loro impegno.
Hanno lavorato mettendo a disposizione gratuitamente le loro competenze,
affrontando viaggi e costi senza ricevere alcun rimborso spese. Ciò
nonostante non si sono mai stancate di evidenziare ritardi e malfunzionamenti
del Progetto Donna, hanno redatto documenti e lettere di protesta, ma
è il momento che le cittadine e i cittadini calabresi insieme si
impegnino per difendere uno strumento legislativo importante anche per
le future generazioni, affinché non si compia lennesimo femminicidio,
questa volta simbolico, ma non per questo meno grave, che uccide la speranza
in tutte noi che le donne possano avere il giusto spazio e un ruolo attivo
nella nostra società.
Per questo chiediamo a gran voce il rilancio del Progetto Donna e la necessaria
copertura finanziaria che renda operativa la programmazione attraverso
la pubblicazione di bandi pubblici a cui possano partecipare le associazioni
di settore.
Le rappresentanti delle
associazioni femminili calabresi, prime firmatarie:
Nadia Gambilongo
Settore Informazione
Nella Mustacchio
Settore Cultura
Margherita Gulisano
Settore Lavoro
Rosalia Vigna
Settore Servizi
Seguono le firme dei sostenitori
del Progetto Donna:
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