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In tanti, sabato, alla presentazione
delle Pillole di formazione organizzate dai Giardini
di Eva e promosse dal CSV di Cosenza.
La sede di MEDiterranean MEDIA di via Trento, a Cosenza, che ha ospitatoliniziativa,
era affollata di scrittrici, esperti di reti, autrici di biografie indelebili,
nel solco di una Calabria sempre più consapevole del proprio valore.
In un sabato di metà dicembre, in un periodo prenatalizio frenetico
di attività ed iniziative poco connesse tra loro, allinterno
di una unarea urbana che per Natale sembra voglia dimenticare e
rimuovere la crisi, tante persone hanno scelto di confrontarsi sulle reti
di relazione e le reti telematiche. Tra le donne con penne affilate, presenti
alliniziativa: Ada Celico, Loredana Nigri, Assunta Scorpiniti, Bianca
Rende, Pia Tucci.
Tra gli esperti di reti telematiche: Nunzio Landri, Filomena Patitucci,
Vincenzo Putignano, Antonello Rota.
Presenti anche insegnanti, avvocate, medici, operatrici sociali: Rosa
Sicilia, Antonietta De Vuono, Eliana Vetrò, Carlo Zanolini. In
prevalenza donne, ma anche qualche uomo in cammino verso la consapevolezza
della sua differenza di genere. Insieme hanno scelto di relazionarsi e
confrontarsi sul programma di attività dei Giardini di Eva che
sarà realizzato nellanno 2013.
Lincontro tra generi e generazioni, il desiderio di coinvolgere
i più giovani nella cura e nella valorizzazione del territorio,
ha consentito di mettere a fuoco il primo obiettivo per la prossima primavera:
seminare giardini ed orti di pace nelle scuole e nelle aree degradate
dellarea urbana cosentina. Arricchiti dai semi donati da Silvana
Gallucci e dallIstituto Tecnico Agrario di Cosenza e dalle tante
idee circolate nella sala ed anticipate nellintroduzione da Nadia
Gambilongo, i Giardini Eva con questa prima iniziativa formativa, a cui
ne seguiranno altre di approfondimento in gennaio, conferma il suo percorso
di presenza attiva sul territorio. Mescolare cultura e saperi, seminare
semi di cittadinanza attiva e coltivare piante e giardini, significa sostanzialmente
mettersi in gioco e sporcarsi le mani con la terra della propria realtà
collegandola , però, a tutto un mondo che della cura ha fatto il
suo paradigma di cambiamento.
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