Le Nazioni
Unite hanno proclamato il 2020 "Anno internazionale della salute
delle piante" per ricordarci che il nostro benessere e quello del
mondo vegetale sono una sola cosa.
L'attuale pandemia da Coronavirus è diventata una sorta di cartina
tornasole che evidenzia, se c'è ne fosse stato ancora bisogno,
gran parte degli sbagli compiuti negli ultimi 50 anni in tema ambientale
e di sviluppo.
Gli effetti di una globalizzazione senza regole e senza diritti ha privilegiato
lo spostamento delle merci a scapito delle migrazioni di esseri umani,
costretti a fuggire da guerre, fame e siccità in condizioni proibitive.
Lo sfruttamento delle risorse, quasi fossero illimitate, ha portato
al collasso il pianeta e in totale squilibrio i suoi abitanti.
Gli allevamenti intensivi di bestiame costringono esseri viventi in
spazi angusti e privi d'igiene; l'eccessiva urbanizzazione e cementificazione
delle aree metropolitane ha desertificato le periferie del mondo e portato
all'abbandono dei piccoli centri, per loro natura più salubri
e a misura umana.
Il disboscamento indiscriminato delle principali foreste della terra
ha ridotto l'apporto di ossigeno; lo sfruttamento dei fiumi e dei mari
li ha impoveriti e avvelenati, irrimediabilmente, con microplastiche
e derivati dal petrolio. La commistione tra diverse specie di animali
anche selvatiche nei mercati e la sovrappopolazione umana, in ambienti
malsani, ha generato l'humus ottimale per virus letali. Tutto questo
ed altro ancora, ha contribuito a generare punti di non ritorno che
vedono i sapiens oggi in ginocchio e al capolinea le loro attività
economiche.
Il dilemma tra Stato e Mercato ha generato la distruzione del Servizio
Sanitario Nazionale italiano, tra i migliori al mondo. La scelta di
privilegiare le logiche di mercato e regionalistiche, ha contribuito
ad acuire la crisi e ha messo in ginocchio il sistema sanitario con
risultati che sono sotto gli occhi di tutti, le vittime di questo sistema
non si contano.
In questi anni molti lavoratori si sono trovati di fronte all'atroce
dilemma se scegliere tra salute o salario. Questa opzione non è
da paese civile!
La pausa obbligatoria imposta agli abitanti del nostro pianeta dal Coronavirus
dovrebbe aiutare a riflettere e a rivedere radicalmente queste scelte
scellerate; qualcuno lo sta facendo altri no, purtroppo!
Mntre l'Italia è ferma e alcuni intellettuali riflettono su come
sarà il paese dopo la pandemia, se ci sarà o meno un salto
di civiltà, incredibilmente le aree verdi urbane vengono falcidiate
dalle motoseghe.
Si approfitta della ridotta circolazione dei cittadini per la pandemia
per compiere, ancora, atti contro il patrimonio ambientale!
E' di questi giorni, infatti, la notizia che da Nord e Sud del paese
si stanno tagliando e capitozzando gli alberi. Sui social si ricorrono
le notizie, girano foto agghiaccianti di viali rasi a zero, immagini
di parchi cittadini mutilati dal verde che inquietano gli animi già
provati dalla quarantena. Numerose le grandi città interessate
dal fenomeno: Verona, Trieste, Pordenone, Roma, Napoli. Il sospetto
che questi tagli primaverili, in tempo di misure restrittive alle attività
non urgenti, sia collegato alla sperimentazione dei 5G, è forte!
Infatti, i 5G per poter funzionare hanno bisogno di essere installati
in zone prive di ostacoli, e gli alberi con le loro chiome costituiscono
un impedimento. Nell'elenco ci sono anche aree urbane più piccole
come Grosseto, Forlì, Pomponesco (MN), Garbagnate (MI), Vigevano
(PV) e infine, anche l'amena località turistica di Montegiordano
in Calabria.
Un'altra ipotesi sui tagli riguarda la presunta pericolosità
dei pini.
Infatti, molti di questi tagli riguardano proprio i pini, considerati
dannosi e a rischio di caduta dalla maggior parte delle amministrazioni
comunali e, purtroppo, anche da tanti agronomi incaricati per le perizie.
E' il caso di Montegiordano. In realtà, i pini possono costituire
un pericolo, soltanto, quando subiscono potature inappropriate o capitozzature
che indeboliscono il sistema linfatico della pianta. Infatti, i tagli
favoriscono la crescita dell'apparato radicale in maniera più
superficiale, rovinando l'asfalto ed interferendo con le condotte cittadine,
motivo per cui sono odiati dalle amministrazioni comunali e da numerosi
cittadini. Bisognerebbe comprendere che sono le capitozzature dei pini
a danneggiare irrimediabilmente la struttura degli alberi, rendendoli
più fragili ed esposti ai primi venti; diventando così,
inevitabilmente, una sorta di bomba ad orologeria durante le tempeste.
Queste ultime divenute sempre più frequenti, per via dei cambiamenti
climatici in atto, finiscono per abbatterli rovinosamente. Pertanto,
evitando le capitozzature e garantendo cure adeguate si potrebbe risolvere
il problema, per così dire, alla radice!
Sostanzialmente, bisognerebbe vigilare, per evitare potature inappropriate
e, soprattutto, capitozzature! I cittadini italiani hanno già
iniziato a farlo, le loro foto, le loro denunce lo testimoniano; ma
sembrerebbe che per le amministrazioni comunali sia più facile
tagliarli che curarli adeguatamente, forse perché i tagli avvengono
in prossimità di centrali a biomasse che hanno bisogno di legna
per essere alimentate. Insomma, le logiche di mercato hanno anche qui
hanno il sopravvento sulla vita delle piante.
Ma ora è tempo di dire basta! Di incominciare a dare segnali
concreti di cambiamento. La sopravvivenza delle piante è legata
indissolubilmente alla nostra, come sostengono recentemente anche le
Nazioni Unite.
Inoltre, la correlazione tra aree inquinate da polveri sottili e livelli
alti di decessi da Coronavirus sembra essere assodata.
Per questi motivi e altri legati ai loro obiettivi statutari "I
giardini di Eva" hanno lanciato una petizione che ha già
raccolto più di mille firme per dire: STOP al taglio e alla capitozzatura
degli alberi!
Ecco alcune argomentazioni rilasciate dai soci:
"Le chiamano riqualificazioni urbane, in realtà è
una strage di alberi centenari che fanno ormai parte del paesaggio urbano
italiano!
Mentre noi siamo in casa in quarantena, loro tagliano!
E' necessario fermare questo taglio indiscriminato".
"Gli alberi rappresentano una garanzia di salubrità delle
nostre aree urbane, contribuendo alla produzione di ossigeno, rigenerando
l'aria inquinata, assicurando ombra e mitigando le alte temperature
estive. Inoltre, gli alberi armonizzano il paesaggio delle nostre città
eccessivamente cementificate.
"Gli alberi fanno parte del nostro patrimonio storico e paesaggistico
dobbiamo averne cura!"
Pertanto, I giardini di Eva e la rete delle associazioni e dei comitati
chiedono ai sindaci e al Ministro dell'Ambiente lo STOP alla strage
indiscriminata di alberi, attualmente, in atto nelle città italiane.
Fermiamoli!
"Firmiamo la petizione e facciamo girare, quando questa quarantena
sarà finalmente finita organizzeremo azioni di contrasto attraverso
la rete nazionale di associazioni e di comitati!".