Cercare la legna, fare il bucato,
portare l'acqua a casa erano gesti quotidiani che segnavano lo
scorrere del tempo.
Le differenze culturali, di classe si manifestano nel modo di
vestirsi e di raccogliere i capelli, ma soprattutto si manifestavano
nella diversa qualità della vita.
Attraverso il racconto di Pasqua, una donna di grande carattere
e tenacia, conosciamo anche la storia di un intero paese nell'arco
temporale di un secolo e mezzo di vite e di esperienze.
Le storie individuali si intrecciano con la grande/piccola "Storia
della Nazione". La chiamata in guerra colpisce le famiglie
dei braccianti che vengono depauperate della risorsa più
importante: le braccia. La famosa Spagnola, il virus, che tante
vittime fece in tutto il mondo occidentale non risparmiò
neanche la piccola comunità di San Giorgio Morgeto.
Il paese si trova tra la Piana di Gioia Tauro e i monti, per questo
ritroviamo continuo riferimento alla montagna, fonte di risorse,
dove le donne e le bambine trovavano la legna, ed alla piana dove
i fasci di legna e le altre risorse venivano rivendute. Su e giù
dalla piana alla montagna a piedi e, spesso, senza scarpe.
Al di là delle vicende storiche e private che si intrecciano,
questo racconto ci insegna che la felicità è nelle
piccole cose, in un tempo più lento, più naturale
che dovremmo recuperare per dare maggiore senso e spessore alle
nostre vite.
Tra i tanti abusi che incontriamo lungo il percorso narrativo
possiamo scorgere una madre che culla la sua bambina, un'amica
che si batte per la giustizia, una nonna che trova la gioia nel
sorriso dei nipoti. Sono frammenti, piccoli tesori che bisogna
saper cogliere e tenere stretti in fondo al cuore per costruire
un futuro migliore con la consapevolezza delle nostre radici,
della nostra piccola/grande storia.