Spazi di comunicazione


Nadia Gambilongo

Parte l'attività editoriale di MEDiterranean MEDIA e parte, come si dice, alla grande; perché grande è stata la tensione emotiva e la spinta culturale che l'ha sostenuta.
Tempi difficili, qui, nel sud d'Italia, dove è problematico anche solo vivere la quotidianità e pressoché impossibile prefigurare il futuro.
E' in questo scenario di ferite ancora aperte e con molte distruzioni alle spalle1 che MEDiterranean MEDIA si avvia coraggiosamente ad intraprendere un nuovo viaggio verso itinerari ed esperienze, che si augura, ricche ed intense.
La prima iniziativa editoriale che MEDiterranean MEDIA curerà sarà un racconto di una giovane scrittrice o di una scrittrice alla sua prima esperienza letteraria. Questo primo lavoro sarà scelto mediante un concorso che è stato bandito nel dicembre `96, e che verrà inserito nelle Collane di MED. Tante perle da infilare una dopo l'altra.
Scrittura giovane, quindi, per cercare nuovi percorsi, nuove forme di crescita, in cui tra il vivere qui e il vivere lì c'è sì di mezzo il mare, ma questa volta un mare di donne in cui lo `spostamento'2 tra sé e sé, tra sé e le altre è la condizione per accrescere la consapevolezza, per affinare la ricerca di libertà.
Continuità assicureremo a Mediterranean Review che uscirà con regolarità già a partire da questo numero; siamo particolarmente felici di dare questa notizia alle lettrici più affezionate, preoccupate sul futuro della rivista: Mediterranean Review uscirà fino a quando avremo desiderio e necessità di scrivere sulle sue pagine!
Aggiorneremo costantemente la banca dati sui principali centri donna; informazioni che in questi anni siamo andate puntualmente collezionando: circa 2000 indirizzi di donne localizzate tra l'Europa e il Mediterraneo, con siti d'eccellenza nei diversi continenti. Le attività dei centri presenti nella banca dati spaziano, attualmente, dalla ricerca alla formazione, dall'attivismo politico ad iniziative di servizio in campo sociale, inoltre numerosi sono gli indirizzi di singole individue, studiose, ricercatrici, donne impegnate in politica e nella società civile.
La banca dati verrà, a breve, ulteriormente ampliata con l'ingresso delle organizzazioni di donne non governative a livello internazionale.
Promuoveremo l'utilizzo e la diffusione delle tecnologie della comunicazione, l'uso delle reti telematiche che ci consentiranno di allargare le reti di relazione, accorciando le distanze tra donne che vivono in luoghi diversi e lontani.
Utilizzeremo Internet e la multimedialità per conoscere e valorizzare le differenze tra noi, per combattere la globalizzazione dei saperi, per favorire la messa in comunicazione dei saperi `situati'.
"La principale minaccia alla diversità deriva dall'abitudine a pensare in termini di `monocolture della mente', esse cancellano la percezione della diversità e insieme la diversità stessa.
La scomparsa della diversità fa scomparire le alternative e crea la sindrome della `mancanza di alternative'. Troppo spesso lo sradicamento totale della natura, della tecnologia, delle comunità e della civilizzazione intera, viene giustificato dalla mancanza di alternative. Le alternative ci sono ma non sono prese in considerazione: farlo richiederebbe un diverso contesto, caratterizzato dalla diversità. Passare alla diversità come modo di pensare e come contesto in cui agire, consente di liberare una molteplicità di scelte"3.
La dicotomia locale/universale erroneamente viene applicata alle tradizioni indigene e al sapere occidentale, ma il sapere occidentale è una tradizione locale che si è imposta nel mondo attraverso la colonizzazione intellettuale.
Queste affermazioni di Vandana Shiva sono particolarmente calzanti per il Sud d'Italia che per anni ha inseguito invano lo sviluppo del Nord senza riuscire a costruire un percorso autonomo, adeguato alla sua realtà sociale, alle sue caratteristiche naturali.
L'impossibilità ad esprimere posizioni diverse dalla cultura politica dominante e dalle pratiche omertose ha impedito di fatto in molti luoghi periferici lo sviluppo dei diritti di cittadinanza e la crescita di consapevolezza.
La diffusione dei saperi situati, la messa in circolazione delle differenze attraverso le reti di relazione, concorrono a creare mutamento in direzioni molteplici. Questa pratica di mutamento può essere potenziata da progetti di cooperazione e scambio. Il lavoro fianco a fianco, di cui i progetti di cooperazione necessitano, supportato dalla comunicazione a distanza, rende possibile sperimentare nuovi modi di vivere nel rispetto delle differenze, mediando sui conflitti, cercando percorsi in armonia con i luoghi.
Le partnership create da MEDiterranean MEDIA in questi anni, attraverso le reti di relazione a livello internazionale, sono andate in questa direzione: la collaborazione con la WILFP, gli scambi con l'associazione delle donne del Mediterraneo (AWMR), i contatti con i centri europei di Women's Studies, la partecipazione al "Sisterhood is Global Institute" etc, testimoniano l'esigenza di vivere in relazione con le altre.
La politica di MEDiterranen MEDIA è stata quella di essere sempre un pò "in viaggio"4 con un piccolo, essenziale bagaglio, contenente le proprie radici, le ragioni del proprio posizionamento ed il senso di responsabilità di quel particolare punto di osservazione. Il situarsi, insieme al bisogno di conoscenza, unitamente ad una grande curiosità e una sincera predisposizione a porgere lo sguardo, l'orecchio e quindi tutto il corpo verso le altre, le loro esperienze ha consentito di scambiarsi saperi e di riscoprirsi profondamente cambiate dopo ogni incontro.
Un altro progetto su cui Mediterranean Media sta, attualmente, lavorando, in collaborazione con il centro di Women's Studies "Milly Villa" dell'Università della Calabria, riguarda la preparazione di un Convegno nazionale su "Donne del Sud e Donne del Nord". I lavori di preparazione del convegno che avranno la durata di un anno, prevedono degli incontri intermedi, itineranti, tra le donne che vivono in realtà diverse, con differenti biografie accomunate però dal vivere in Italia. Al centro del confronto ci saranno, quindi, anche le donne che provengono da paesi diversi ma che hanno scelto o che si sono trovate a vivere in Italia: le immigrate.
L'incontro tra donne del Nord e del Sud sarà successivamente esteso ad un secondo convegno tra donne del Nord-Europa e dell'area del Mediterraneo.
Tra le direttrici tematiche di approfondimento degli incontri intermedi che serviranno a indirizzare il convegno: le esperienze individuali, i luoghi (fisici e mentali) da cui si parte, le differenze, il razzismo dentro e fuori di noi, la ricerca dei punti di contatto che favoriscono reciproci spostamenti. Tra le compagne di viaggio di questo lavoro preparatorio del convegno molti sono nodi della rete di MEDiterranean MEDIA. Le interessate potranno prendere contatto con la redazione di Mediterranean Review.
Questo numero della rivista dà molto spazio alle esperienze di donne che si sono trovate per ragioni di conflitto, dentro e fuori il loro paese, a vivere l'esperienza di esuli, ma che sono riuscite a trasformare questa loro condizione sfavorevole in una occasione di crescita, acquisendo consapevolezza di nomadi5.
Le esperienze raccolte durante la V Annual Conference of the Association of Women of the Mediterranean Region che si tenuta lo scorso giugno a Cipro sono state un riferimento fondamentale.

1.La crisi economica e produttiva che ha attraversato l'Italia permane tuttora in Calabria, trascinando violentemente l'economia locale verso il dissolvimento degli apparati produttivi e delle strutture di servizio, azzerando così anni di faticoso lavoro compiuti nella sperimentazione di nuove forme di sviluppo.
2.Rosi Braidotti, Soggetto nomade, Donzelli, Roma 1995.
3.Vandana Shiva, Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
4.Fabrizia Ramondino, In viaggio, Einaudi, Torino 1995.
5.L'immigrata, l'esule non sceglie di lasciare il proprio paese, è costretta a farlo mentre la nomade si sposta con consapevolezza e desiderio.





Foto di M.Teresa Crisigiovanni

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Mailto Med Indice del numero 3