Il museo civico di Rende


D. Pisani 
e D. Pascuzzo

Tra il 1980 e il 1985 nasce a Rende il Museo Civico. Composto da due sezioni, quella folklorica e la pinacoteca. Molte sono state le iniziative che nel corso dei suoi pochi anni di vita hanno dato prestigio al museo. 
La sezione folklorica dedicata all'illustre demologo calabrese Raffaele Lombardi Satriani (1873-1966) documenta con una collezione di circa 3000 oggetti la cultura delle classi subalterne della Calabria centrosettentrionale. L'allestimento si apre con un omaggio alle minoranze etniche e si sviluppa in nove sale: dall'architettura popolare e gli oggetti ad essa connessi agli interni della casa, dove sono evidenziati i sistemi di illuminazione, di riscaldamento, l'approvvigionamento idrico e l'alimentazione. Il percorso prosegue con i costumi popolari, le attività domestiche (filatura, tessitura e ricamo) e produttive. L'artigianato femminile è rappresentato, nella VI sala, dagli oggetti tradizionali inerenti alla filatura e alla tessitura. 
Rocche, conocchie e fusi rappresentano, infatti, dei veri e propri simboli delle cosiddette "virtù domestiche", mentre il telaio è lo strumento di lavoro il cui ritmo scandiva le ore del lavoro femminile. 
Il prodotto finito di queste attività è contenuto nella cassa del corredo che, ritualmente, usciva dalla casa paterna soltanto il giorno delle nozze. L'artigianato è rappresentato inoltre dalle ceramiche dei maestri "pignatari", dalla bottega dell'orafo con gli annessi strumenti e dal deschetto del calzolaio. Sono poi documentate la vita religiosa e sociale e l'emigrazione. La sezione pinacoteca, invece, dedicata al pittore rendese Achille Capizzano (1907-1951) offre un panorama piuttosto vasto dell'arte moderna e contemporanea. Conserva una delicata "Madonna della Purità" attribuita al pittore fiammingo Dirck Hendricksz (domentato a Napoli dal 1574 al 1606) e due splendidi capolavori del Cavaliere calabrese Mattia Preti (1613-1699), il "Sinite parvulos", in cui si fondono le esperienze assimilate dall'artista durante i soggiorni napoletani, romani e veneziani in un geniale eclettismo, e il "Soldato". 
Accanto ai quadri del Preti sono molte le opere di Cristoforo Santanna, un pittore popolare rendese del XVIII secolo, che colpiscono per la loro spontaneità. Spiccano inoltre due bozzetti di Francesco Solimena (1657-1747) raffiguranti "Le virtù". Nelle sale dedicate all'arte contemporanea, oltre alle opere di Achille Capizzano sono conservati studi di De Chirico, Carrà, Sironi, Viani, Greco, Guttuso, Balla e Levi. 
Le attività delle due sezioni del Museo sono molteplici: mostre, concerti, dibattiti e conferenze ne fanno un'istituzione viva, a contatto con l'utenza più varia, e non un mero contenitore di oggetti, luogo polveroso dove poter ammirare con un certo distacco le testimonianze di un passato remoto. Il Museo di Rende, attraverso la produzione di mostre, offre poi la possibilità di conoscere o approfondire i temi più importanti legati alle arti maggiori e minori tenendo contatti con le diverse culture legate alla nostra poliedrica regione. Prossimamente l'attività del Museo sarà orientata verso l'allestimento di una mostra dedicata a Gioacchino Murat e ai gioielli di Carolina Bonaparte, prevista per il 13 ottobre prossimo, che documenterà, attraverso dipinti, materiale cartaceo, sculture, preziosi e cimeli militari, una delle pagine più interessanti della storia della Calabria: il decennio francese e il suo tragico epilogo sugli spalti del castello di Pizzo. 
Un'altra manifestazione sarà dedicata ai rapporti culturali tra la Calabria e Malta in seguito al gemellaggio, siglato il 27 gennaio di quest'anno, tra il Museo di Rende e il Museum of Fine Arts di La Valletta. Nei prossimi mesi verranno allestiti nella capitale maltese alcuni stands che metteranno in evidenza la nostra cultura regionale attraverso i libri, le riviste, le attività agricole e gastronomiche, le attività turistiche e gli spettacoli di musica popolare, nella prospettiva di una più proficua collaborazione per quel che riguarda le celebrazioni pretiane del 1999. Come si sa, infatti, Mattia Preti morì a Malta lasciandovi un immenso patrimonio di opere d'arte. Suggellando così i rapporti storicamente solidi tra due terre cariche di affinità il Museo di Rende si propone, ancora una volta, come istituzione dinamica e attiva, capace di proporre e concretizzare iniziative culturali.




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Mailto Med Indice del numero 3