Marilena Rybcenko

Terra di nessuno

prefazione di Nadia Gambilongo

"Le Collane di Med"

MEDiterranea MEDIA Edizioni

Rende 1998, 11 Euro

 

Nel 1997 l’Associazione Internazionale delle Donne per la Comunicazione, MEDiterranean MEDIA, ha bandito un Concorso Letterario "Le Collane di Med" per giovani scrittrici e scrittrici esordienti.

Il tema riguardava le esperienze personali. Si trattava di scrivere racconti in prima persona, storie di relazioni segnate dalla differenza sessuale, testimonianze dirette di vissuti nel proprio luogo e di spostamenti verso altri luoghi, verso altre realtà.

Il nomadismo del corpo e della mente costituiva la trama sui cui dipanare il racconto.

Alla scadenza, fissata nel maggio dello stesso anno, sono arrivate, inaspettatamente, ben 172 proposte provenienti da tutte le regioni d’Italia. Le promotrici del concorso si sono, così, trovate a dover organizzare sessioni di valutazione in città diverse, a Cosenza, Lecce e Bologna. Il comitato di valutazione aveva una composizione variegata per biografie, appartenenza territoriale, esperienze e formazione.

Sono stati necessari ben due mesi per riuscire ad esaminare con accuratezza tutti i racconti.

Due lunghi ed intensi mesi trascorsi dentro i pensieri, le storie di 172 giovani donne.

172 vite raccontate in poche righe, con frasi concise ed essenziali, oppure in lunghi e, a volte, estenuanti racconti. Tante parole segnate da una esistenza spesso troppo dura per vite ancora tenere.

Queste ragazze hanno preso con determinazione la penna in mano per raccontarsi in prima persona, partendo da sé.

Parole dolorose che hanno narrato di gravi perdite, di affetti desiderati e negati, di violenze fisiche e psicologiche perpetuate ai danni di bambine e di giovani donne. Tanti sogni, desideri, speranze, e delusioni cocenti che hanno troncato percorsi appena iniziati, che hanno lacerato nel profondo, ma che oggi parlano di sé con forza e autorevolezza.

Scrittura come terapia, come sfogo. Scrittura che segna un percorso verso la consapevolezza del proprio io e della relazione con l’altra-o.

Lavori di scavo, di archeologia della memoria, viaggi a ritroso compiuti da queste donne per ritrovarsi, per riflettere su di sé, per capirsi ed aprirsi al mondo. Giovani donne che hanno compreso che "il futuro è alle loro spalle", così come insegnava Hannah Arendt.

Parole usate come piccole grandi esche, fatte di pezzi di carne viva, pulsante, sanguinante.

La fatica di vivere, crescere, capire questo è emerso dai 172 racconti; ma così come è stato sconcertante registrare, per il comitato che ha esaminato gli scritti, il numero incredibilmente esagerato di storie di violenza sessuale sulle bambine, ugualmente è stato sorprendente verificare il grande bisogno di darsi credito, manifestato da queste giovani donne, segno di una battaglia in atto tra i generi a botte di antiche e moderne violenze da una parte, e di una nuova potenza femminile fatta di consapevolezza di sé dall’altra.

Un aspetto che è sembrato emergere a chiare lettere: è che il dolore spesso porta con sé la possibilità di aprire finestre di ampie vedute sulla propria esistenza e sul mondo. Ad alcune condizioni, il dolore può dare opportunità a volte inimmaginabili per accedere a gioie future più intense e profonde, sempre che non si venga schiacciati da fardelli troppo ingombranti. Ma è necessario, come dice Marilena Rybcenko - la vincitrice del concorso letterario - prenderne le distanze per poterne assaporare la potenza esplicativa.

Il racconto di Marilena non ha bisogno di grandi presentazioni poiché già dalle prime righe cattura l’attenzione di chi legge senza più mollarla, se non a conclusione del racconto lasciandoci nelle ultime sue pagine con un rinnovato senso della vita. Piccole e sapienti tregue qua e là di distensione nella lettura, dove la sua scrittura si fa’ più leggera, ironica e l’allegria sembra prendere il sopravvento sulla durezza della vita.

Marilena è una scrittrice esordiente, ma con una significativa esperienza di scrittura intima, privata: freschezza e maturità fanno del suo lavoro una miscela potente e rigeneratrice.

I ringraziamenti per la pubblicazione di questo lavoro vanno a Maria Francesca Corigliano, Assessora alla Cultura del Comune di Cosenza che ha reso possibile con la sua collaborazione la pubblicazione di questo lavoro. Alle esaminatrici delle prove letterarie facenti parte del Comitato di valutazione - Ada Donno, Cristina Casanova, Roberta Romiti, Rosa Sicilia, Marina Visciòla - che con sensibilità e determinazione hanno esaminato i lavori.

Un ringraziamento particolare va’ alle 172 partecipanti del Concorso che nel raccontarsi in prima persona hanno scelto di darsi valore e di dare credito ad un’associazione, MEDiterranean MEDIA, che si batte per la trasmissione e la diffusione dei saperi delle donne.

Abbiamo scelto di segnare il percorso di Marilena con le immagini tratte dal libro di Marija Gimbutas che con la sua ricerca iconografica, condotta sul mito della Grande Dea nel Neolitico europeo, ci ha consentito di dare segni e tracce alle parole e all’immaginario evocato da Marilena; quindi, un ringraziamento particolare va a Marija Gimbutas che attraverso il suo lungo lavoro di ricerca multidisciplinare ci ha restituito una continuità perduta, in secoli di patriarcato, dove la scrittura e l’agire delle donne trovano una loro naturale evoluzione.