Rendilo reale |
di Starhawk
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La cosa comincia prima di lasciare la tua casa nel buio che precede l'alba. Togliti ogni gioiello, ogni cosa che temi di perdere. Lascia dietro di te la tua identificazione, dimenticati il tuo nome. Prendi con te solo ciò che ti serve per sostentarti: riempiti le tasche di mele, panini, cioccolata; porta con te un tagliaunghie per tagliare le manette di plastica e una bandana inzuppata d'aceto contro i gas lacrimogeni. Percorri le strade buie sino al luogo d'incontro. Reggi il tuo cartello, batti il tuo tamburo. Ti è stato proibito di radunarti, la tua prima sfida è disobbedire. Vai più lontano che puoi prima che la polizia ti fermi. La seconda sfida è ora camminare disarmata verso la massiccia linea di uomini violenti, e guardare in faccia le armi e i manganelli, portando con te null'altro che il tuo corpo ed il tuo spirito. Parla a quegli uomini. Spiega le tue ragioni. Ora siediti. Prendi sottobraccio qualcun'altra. Stringetevi l'una all'altra se la violenza comincia attorno a voi e proteggetevi l'un l'altra come potete. Continua a parlare alla polizia, anche se i manganelli si abbattono sulla gente attorno a te, se i tuoi amici vengono trascinati via, se vengono picchiati ed i loro volti si feriscono sul cemento. Mantieniti focalizzata sul significato di ciò che stai facendo, anche se le tue mani sono ora legate dietro la tua schiena. La terza sfida, ora e per un bel po' di tempo, sarà ricordare a te stessa che hai una scelta: acconsentire o resistere. Scegli ragionevolmente: ci saranno molte azioni da intraprendere e tu non potrai partecipare a tutte. Pensa anche che qualsiasi istanza di resistenza, non solo l'azione diretta, rallenta e indebolisce il sistema, gli impedisce di funzionare, diminuisce il suo potere. Prenditi cura degli altri. Se ti sei liberata dalle manette, usa il tagliaunghie per liberare gli altri. Dividi tutto il cibo che hai prima che ti venga sottratto. Dai il benvenuto ai nuovi arrivati e alle nuove arrivate, canta la tua resistenza: "Sì, se puede!" Sì, è possibile. Possiamo farlo. Se tentano di separare qualcuno da te, proteggilo con il tuo corpo. Sdraiati sopra di lui/lei. Non spaventarti se ti tirano per i capelli, se minacciano maggior violenza. Ogni volta in cui agisci, diventi più forte. Potrebbe giungere il momento in cui dovrai muoverti attraverso la porta successiva di questa iniziazione. Ad ogni porta, uno strato del tuo sé precedente ti viene strappato via. In prigione ti sottrarranno i tuoi vestiti, le tue borse, il tuo cibo, qualsiasi cosa tu abbia in tasca, i lacci delle tue scarpe. La quarta sfida è ora camminare con orgoglio: hai i polsi e le caviglie legati e una catena attorno alla vita. Aspetterai per lungo tempo. Di solito ti diranno che le tue richieste verranno soddisfatte nel prossimo luogo in cui verrai trasferita. Non credere loro. Raccogli tutte le tue risorse di pazienza. Rassegnati al fatto che soffrirai la fame. Sei seduta in una cella con le tue sorelle: continua a raccontare storie, a cantare canzoni. Respingi la tentazione di lasciarti andare. Fa' ciò che puoi per alleviare le donne ferite. Da' il benvenuto ad ogni donna che arriva come ad una sorella: dentro ad una cella, la porta chiusa crea la sola divisione che conti. Noi siamo tutte al di qua di tale porta. La tua sfida, ora, mentre sei chiusa in un piccolo quadrato di cemento, è ridere e rimanere connessa con le altre. Concentrati sul tuo respiro. Ricorda: ogni molecola di ossigeno che si fa strada fra le pareti di cemento è un dono delle tue antenate e dei tuoi antenati. Esse ed essi sono con noi: chiudi gli occhi, e li vedrai marciare come fiumi che si gonfiano e crescono; li vedrai crepare il cemento e fare a pezzi le mura. Il cibo che ti daranno la mattina dopo, dopo almeno 24 ore dal tuo arresto, sarà qualcosa di disgustoso. Passerai il resto della giornata con altre 50 donne, in una cella priva di aria, in attesa di essere giudicata. La sesta sfida è ora creare onde di energia che diano aria a quella cella. Un canto sussurrato può divenire una danza, e la danza può divenire un picco di potere. Un incontro diventa un cerchio che diventa una canzone. La canzone viene interrotta dalle minacce delle guardie e allora riprendiamo a raccontare storie… Chiedete di vedere i vostri avvocati, tutte insieme. La guardia vi dirà che è impossibile. Non è mai stato fatto e non può essere fatto. La settima sfida è non credergli: SI', SE PUEDE! Onde di esaltazione, onde di disperazione. Questa è la magia che sei stata chiamata ad apprendere: cavalcare queste onde, queste correnti, fortificare il tuo spirito, chiamare a te i nostri alleati. Le ore passano. Racconta storie, canta di nuovo. Non lasciarti esaurire: riposa e poi gioca, scherza, danza. Ogni volta che ti parrà di essere sul punto di annegare, una notizia ti farà riafferrare di nuovo l'onda: "Stanno marciando a Londra, a Cuba", "Stanno dimostrando sulla costa occidentale", "I nostri sostenitori hanno circondato la prigione". Tu sei uno dei vessilli di uno spirito collettivo che nasce e rinasce di continuo. Qualcosa è nato, infatti, qualcosa che non se ne andrà via quando la protesta sarà finita. La tua ottava sfida è divenire una levatrice. Alla fine della giornata, mentre siete ancora rinchiuse, danzate la danza a spirale: "Sorge, sorge, sorge! La Terra sta sorgendo! Volge, volge, volge! La Marea sta volgendo!" Nei prossimi giorni, la sfida concernerà la tua capacità di mantenere le amicizie che hai creato, la tua capacità di continuare a parlare, di continuare a tessere la tela. Fai tesoro della chiarezza mentale che si ottiene in una cella: qui tutti i rapporti di dominio sono perfettamente visibili. Non c'è più alcun dubbio, non c'è più alcuna pretesa che il sistema stia lavorando nel tuo interesse. E quando uscirai di prigione, ti accorgerai che la prigione è sottilmente nascosta nel grande magazzino, nella scuola, nel programma televisivo. Ora sai per sempre che ogni volta in cui agisci hai una scelta: acconsentire, resistere, creare qualcosa di nuovo. Hai passato una notte negli inferi, giacendo in una cella priva di aria, soffrendo la fame, la febbre, cercando di respirare. Le tue compagne ti hanno massaggiato i piedi, hanno inzuppato d'acqua fazzolettini di carta per rinfrescarti… Chiudi gli occhi. Un lago di luce sta sorgendo, sta sbriciolando il cemento. Le crepe sui muri hanno forma di ragnatela. L'erba spezza il cemento. Strutture che sembravano invincibili cadono: SI', SE PUEDE! Iniziazione. L'hai avuta. Non è un culmine, ora lo sai. E' un inizio. (traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo) Starhawk fa parte di un collettivo (R.A.N.T. = Root Activists' Network of Trainers) che offre seminari su come organizzare azioni dirette non violente e vivere in maniera ecologica. Dal 25 al 30 gennaio 2001 Starhawk sarà in Brasile in occasione del World Social Forum,, a Porto Alegre ed in altre città, a tenere seminari sulle azioni dirette ispirate dalla non violenza. In maggio terrà gli stessi corsi in California. "Impara a creare il mondo in cui vuoi vivere" E' un corso che insegna come trasformare un appezzamento di terra, una comunità, i nostri sistemi politici ed economici. Gli attrezzi di cui necessitiamo per creare una cultura di giustizia, libertà e sostenibilità sono gli stessi di cui abbiamo bisogno per sfidare gli interessi particolari che mantengono in vita i sistemi di distruzione. I contenuti del corso: Coscienza della natura e del mondo animale Diversità nell'ecosistema e nel nostro movimento La struttura del pensiero nel creare, nel disegnare strategie, nel costruire movimento Le soluzioni che esistono: energia alternativa, fattorie biologiche, costruzioni naturali, biorimedi L'ecologia del suolo e delle foresta e le economie ecologiche Come raccogliere, conservare e purificare l'acqua I principi e le pratiche della non violenza nel costruire movimento e nell'intraprendere azioni dirette Il processo del consenso, la facilitazione dell'espressione e la trasformazione del conflitto Come trasformare paura, rabbia, dolore e frustrazione in azioni creative Come rimanere saldi in situazioni difficili o di sfida |