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    Capitolo I
 
 
 
"Questi piedacci sporchi li devi lavare a casa tua, nella limba. Hai capito?! E ti devi tagliare le unghie, con la forfica".
Pasquinella, impaurita, prese la brocca e incominciò a correre, dopo un paio di metri si girò per vedere se il fratello la seguiva, ma perse l'equilibrio e cadde, provocandosi con i cocci della brocca, che andò in pezzi, un taglio profondo sul labbro. Insanguinata e terrorizzata si mise a gridare:
"Adesso mio padre mi uccide, questa brocca era nuova, l'aveva comprata alla fiera di San Michele. Aiutatemi… aiutateci, poveri noi."
Beppe prese la sorellina in braccio e con un lembo della camicia sporca cercò di tamponare il sangue che le sgorgava dalla bocca. Don Antonio lo raggiunse, prese Pasquinella e sedendosi ad un gradino, la adagiò sulle sue gambe. Poi con voce pacata le disse:
"Non devi piangere per la brocca, quando andrò a Polsi te ne comprerò dieci. … Ma com'è bella questa bimba, sembra un angelo del paradiso. Papà! Papà! Mandatemi giù la boccetta con lo iodio così le disinfetto la ferita".
"Tu sei pazzo…! Lo iodio è finito, c'è solo una boccetta in vetrina e mi serve per i pazienti che pagano! Che vadano dallo speziale e se lo comprino, se hanno i soldi."
"Hai sentito cosa ha detto il dottore? Ora vai a casa, fai l'urina in una scodella e immergici la bocca. Ti passerà tutto. Ahaha!" Rise a piena gola Don Antonio.
"Vieni Pasquinella, andiamo a casa" - esclamò a denti stretti Beppe - "quando sarò grande lo ucciderò".
Le campane suonavano a festa, la banda del paese eseguiva la marcia più bella, San Giacomo era fuori dalla Chiesa, incominciava la processione.