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    Capitolo III
 
 
 
Guerino era sempre presente e assieme a 'Ntoni facevano lunghe passeggiate sul terreno che costeggiava il fiume. Da maggio a settembre, la campagna era viva, piena di colori e di profumi.
Ogni pezzetto di terra era perfettamente coltivato, i ragazzini si arrampicavano sugli alberi di gelso, buttavano giù le foglie per far pascolare le pecore. Il fiume era pieno di ragazze che con le gambe immerse nell'acqua battevano la tela grezza sulla pietra e poi la stendevano al sole per farla sbiancare, serviva a confezionare il corredo. 'Ntoni confidava all'amico:
"vedi Guerino, finalmente mi sento appagato, ho trovato la mia dimensione, questa gente mi ama e io rispetto loro".
"Non mi sembravano così contenti quando era vivo tuo padre!"
"Si! È vero! Ma le cose allora erano diverse. Lavoravano per un quarto del raccolto, adesso lavorano per un terzo e possono prendere tutto quello che si deteriora subito. Io non tengo il conto".
"… e delle belle campagnole non hai niente da dire?"
"Cosa vuoi che ti dica… quando le vedo mi arriva il sangue al cervello! Sai, io ho viaggiato molto, non sono più un ragazzino e nella mia vita ho conosciuto molte donne! Si, erano molto raffinate…, però un po' mosce!
Invece queste sono energiche, scattanti… sono delle atlete, ma la cosa che apprezzo di più è l'odore che hanno addosso, profumano di lessia".
"Eheh! 'Ntoni, questo fiume è benedetto davvero, le famiglie che abitano vicino non devono risparmiare l'acqua e poi alimenta due mulini più un frantoio, per non parlare dei tuoi terreni che vengono annaffiati per tutto l'anno."
"È vero, queste acque sono sacrosante, ma periodicamente Ierapotamo si trasforma in un demone.