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    Capitolo III
 
 
 
Compare Vice era il più saggio ed anche il più colto, era infatti il solo a saper leggere e scrivere e di tanto in tanto, specie nelle lunghe sere d'inverno, impartiva lezioni ai figli maschi degli altri coloni, togliendoli così dall'analfabetismo. Don Antonio si fidava tanto di lui, accettava i suoi consigli e lo metteva sempre al corrente di tutto, anche della sua vita privata. Per questo compare Vice raccomandava ai ragazzi:
"rispettate Rosa! Se volete continuare a lavorare lei non si tocca. È proprietà privata, appartiene al padrone!"
I ragazzi riconoscevano a Rosa un carattere estroverso, sempre allegra, piena di spirito e pronta allo scherzo e a fare qualche battuta anche in presenza di Don Antonio:
"guardare non nuoce! È consentito a tutti, nessun giudice vi condannerebbe solo per aver guardato una donna, vero padrone?"
"Si! È vero! Ma io conosco un'altra legge: che rischi di rimanere monco solo se ti azzardi a sfiorarla, quella donna".
"Don Antonio, noi non siamo fessi! È già una fortuna se riusciamo a portare un pezzo di pane a casa, a noi le braccia servono… e come se ci servono!"
"Hahaha…! Ma io su questo non ho dubbi, visto che state sotto la direzione del mio compare Vice. Anzi questa sera sarò particolarmente buono… Vice!
Prendi un'altra brocca e offri da bere a tutti, falli smontare prima così riposeranno meglio e domani renderanno di più."
In quegli anni 'Ntoni invitava spesso gli amici del paese a Ierapotamo per fare delle feste specie in occasioni particolari come per la vendemmia o per la premitura delle olive. Quest'ultima si svolgeva nel frantoio di un suo carissimo amico, situato a cinquecento metri di distanza dalla sua proprietà.