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"Pasquinella,
il padre deve ancora tornare e la mamma mi ha promesso che non gli
racconterà niente ed è meglio se i panni li stendi
sulla siepe perché sull'aia ha acceso il fuoco".
Pasquinella appoggiò il cesto per terra e incominciò
a stendere, era quasi buio. Dalla siepe spuntavano le prime lucciole
e Carmela festosamente tentava di prenderle lungo il sentiero.
"Come sono luminose"! Esclamò. Allora 'Ntoni ne
prese una e l'appoggiò sul palmo della mano della bimba che
trovandosi tra le mani un animaletto nero si spaventò e lo
gettò via.
'Ntoni si mise a ridere e le disse:
"Hai paura di un esserino così piccolo? Tu devi crescere
coraggiosa come tua sorella che non solo ha tanto coraggio è
pure molto garbata! Che ne diresti Pasquinella se parlo con tuo
padre per farti venire a lavorare per me? Solo di giorno magari,
la sera te ne puoi tornare in famiglia naturalmente, ti do la ricompensa.
Anche solo per un paio di giorni a settimana, così aiuti
Rosa che da sola non ce la fa".
Rosa storse il naso e infastidita rispose:
"chi vi ha detto che non ce la faccio? Mi sono mai lamentata
io? E poi che aiuto mi può dare una mocciosa che non sa fare
niente?"
Pasquinella aveva finito di stendere i panni, raccolse il cesto
per terra e lo poggiò sul fianco, prima di salutare rispose
a Rosa dicendo:
"avete ragione! Io non so fare niente, o meglio so fare solo
la legna e poi trasportarla come un asino per pochi soldi. Ma sono
felice!"
Io mi accontento di poco e voglio restare con i miei fratelli, non
voglio abbandonare la mia casa!
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