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    Capitolo IV
 
 
 
"Pasquinella, il padre deve ancora tornare e la mamma mi ha promesso che non gli racconterà niente ed è meglio se i panni li stendi sulla siepe perché sull'aia ha acceso il fuoco".
Pasquinella appoggiò il cesto per terra e incominciò a stendere, era quasi buio. Dalla siepe spuntavano le prime lucciole e Carmela festosamente tentava di prenderle lungo il sentiero.
"Come sono luminose"! Esclamò. Allora 'Ntoni ne prese una e l'appoggiò sul palmo della mano della bimba che trovandosi tra le mani un animaletto nero si spaventò e lo gettò via.
'Ntoni si mise a ridere e le disse:
"Hai paura di un esserino così piccolo? Tu devi crescere coraggiosa come tua sorella che non solo ha tanto coraggio è pure molto garbata! Che ne diresti Pasquinella se parlo con tuo padre per farti venire a lavorare per me? Solo di giorno magari, la sera te ne puoi tornare in famiglia naturalmente, ti do la ricompensa. Anche solo per un paio di giorni a settimana, così aiuti Rosa che da sola non ce la fa".
Rosa storse il naso e infastidita rispose:
"chi vi ha detto che non ce la faccio? Mi sono mai lamentata io? E poi che aiuto mi può dare una mocciosa che non sa fare niente?"
Pasquinella aveva finito di stendere i panni, raccolse il cesto per terra e lo poggiò sul fianco, prima di salutare rispose a Rosa dicendo:
"avete ragione! Io non so fare niente, o meglio so fare solo la legna e poi trasportarla come un asino per pochi soldi. Ma sono felice!"
Io mi accontento di poco e voglio restare con i miei fratelli, non voglio abbandonare la mia casa!