45
    Capitolo VI
 
 
 
La vigilia di Natale del 1923, nella nuova casa, la moglie di Vincenzo aveva preparato l'impasto per fare le zeppole, finalmente se le poteva permettere perché il padrone olio gliene aveva lasciato in abbondanza. I ragazzi erano tutti seduti intorno al focolare, Vincenzo aveva ucciso due capponi che il padrone gli aveva regalato per fare il pranzo di Natale. Erano tutti sereni e Carmela disse impaziente alla mamma:
"mamma quando incominciate a friggere le zeppole? Io ho fame me ne voglio mangiare almeno dieci, queste fatte con le patate mi piacciono tanto".
"Un po' di pazienza - rispose la madre - la pasta è quasi lievitata. Chiamate Pasquinella così mi faccio aiutare".
Dopo un po' Pasquinella entrò portando con sé un fascio di legna e poggiandolo a terra disse:
"ecco, l'ho tagliata tutta a pezzi piccoli, alimento il fuoco e poi vado".
"Vai? Dove vai?"
"Ah! Vi prego di scusarmi, mi sono dimenticata di dirvi che il padrone mi ha chiamata e mi ha chiesto di andare anche oggi verso la serata che Rosa mi aspetta. Dobbiamo infornare i biscotti e friggere le zeppole che io, poi, dovrò portare alla signora, sua moglie".
La matrigna rimase un po' turbata:
"Non capisco - disse - ti vuole là anche la sera della vigilia!"
"Che cosa devi capire tu? - la riprese Vincenzo - È normale che vuole che sia là anche stasera.