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    Capitolo II
 
 
 
Pochi giorni fa ero inginocchiata in chiesa assorta nella preghiera e un gruppo di donne mormorava dietro di me. Ho colto solo qualche parola: … fidanzato… Mena… Don Francesco… Una volta uscita dalla chiesa ho incontrato 'Ntoni che mi ha salutato a malapena con un cenno della testa, molto freddamente come perfetta sconosciuta, direi. Lui sa con quale dedizione l'ho aspettato, gli ho perdonato sempre tutto, dagli sbalzi d'umore ai tradimenti che non sono stati pochi. Ma con me non è stato mai scorretto, sapevo come prenderlo e alla fine mi chiedeva sempre scusa.
"Signorina Carolina non dovevo essere io a darvi questa ambasciata, ma visto che mi avete mandato a chiamare non posso andarmene lasciandovi nella disperazione. Siete una donna molto bella, molto religiosa e piena di pudore… cercate di trovare la rassegnazione, so che avete un sacco di pretendenti, anche dai paesi vicini. Accettate quello che sia alla vostra pari, gli anni corrono e voi non siete più una giovinetta.
'Ntoni si sposerà a giugno con Mena, la figlia di Don Francesco…"
"… oh mio Dio, ne siete sicuro?"
"Sicurissimo, me ne ha parlato lui stesso ieri sera, hanno incominciato i preparativi per le nozze e io gli dovrò fare da testimone. La settimana entrante lo dovrò accompagnare a Napoli per comprare la parure di rubini per la futura sposa. Ha già ordinato i mobili e la testiera del letto… pare che gliela portino da Messina. Loro sì che se la possono permettere, possono spendere e spandere. Lui mette tremila lire di liquidi e lei addirittura porta in dote cinquemila lire di liquidi più le proprietà."