|
San Giorgio Morgeto
anno 1918, la guerra stava per finire ma il prezzo pagato fu altissimo.
Seicentomila figli d'Italia avevano versato il loro sangue sulle
pietraie del Carso, sull'Isonzo, sul monte Grappa, sul Piave e su
tanti altri fronti, anche all'estero. Tantissimi sangiorgesi non
fecero più ritorno. Tante furono le medaglie al valore, ma
anche tante le mamme che persero il sorriso.
A casa di Vincenzo e Concetta si viveva una vita apparentemente
tranquilla, si mangiava poco e si pregava tanto, ogni sera, prima
di cena, si recitava il rosario tanto che i bimbi più piccoli
si addormentavano spesso senza mangiare. Ma Elisabetta e Pasquinella
nascondevano sempre un po' di polenta o un pezzetto di pane per
darlo ai fratellini, semmai si fossero svegliati durante la notte
o per la mattina dopo.
"Beppe, Elisabetta, andate a Trapani dalla zia e ditele se
può venire perchè sta per arrivare Sant'Antonio. Pasquinella
tu rimani con me e metti un po' d'acqua sul fuoco e falla bollire,
poi vai a chiamare la comare
Che io mi metto sul letto."
Dopo un po' la bimba torna
"Mamma sono andata dalla comare ed ho bussato ma non mi ha
risposto nessuno. Mi hanno detto che da due giorni sono tutti ammalati
e non riescono nemmeno ad aprire la porta".
"Oh Dio, si è fatto buio! Pasquinella metti un po' d'olio
nella lumera, accendila e poi vai vedere chi è, sento parlare,
forse è tuo padre e mi sembra di aver sentito anche la voce
della zia. Tu falla salire, chiudi la botola
e poi rimanete
tutti di sotto ad aspettare".
|
|