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    Capitolo III
 
 
 
A questo punto Vincenzo, che era seduto ad un gradino della scala, si alza tira fuori dalla tasca della giacca una bottiglia di rosolio e la poggia a terra e con tono deciso si rivolge ai figli:
"ascoltate quello che sto per dirvi! Giorni fa sono andato a lavorare in campagna e mi hanno presentato una donna sulla trentina, robusta e in buona salute, lei si è presa una settimana di tempo per darmi una risposta. Stamattina sono venuti i suoi fratelli a trovarmi sul lavoro e mi hanno detto che lei sarebbe disponibile, ma ad una condizione… dovremmo lasciare questa casa per trasferirci in campagna, sulle rive del fiume Ierapotamo, vicino al mulino, su quel pezzo di terra che ha portato in dote vostra madre".
"Padre - ribadisce Beppe - e come facciamo? Lì non c'è nemmeno un pagliaio, dove andremo ad abitare…? Fuori, sotto le stelle?"
"Ahhh!!! Cosa vuoi dirmi che non sei contento? L'unica donna che mi ha detto si…. e tu trovi scuse! Un pagliaio si fa in meno di cinque giorni. E poi, se non sei contento, puoi anche andartene, sei grande ormai, hai tredici anni compiuti".
Pasquinella si avvicinò al padre con gli occhi pieni di lacrime:
"Non mandate via Beppe, lui è contento di avere un'altra mamma e se voi siete contento allora siamo contenti tutti".
Vincenzo, per la prima volta, prese Pasquinella in braccio, la strinse a sé forte forte e con la voce strozzata le disse:
"sei una bambina forte, per la mamma non ti ho mai visto piangere… specie da quando ti hanno spiegato che se n'è andata in cielo, dove sta bene e, con i tre fratellini, non ha bisogno di niente. E adesso vai a lavarti e metti il vestito della messa che la zia ti farà le trecce.