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A casa di Don Antonio
la vita procedeva regolarmente, era nata una bambina che lui amava
moltissimo. Era la luce dei suoi occhi.
"Mena - disse un giorno alla moglie - voglio che nostra figlia
si distingua dalle altre! Tra me e lei non ci deve essere il solito
rapporto di padre e figlia, non voglio che si senta sottomessa,
ma alla pari! D'ora in poi non voglio che si rivolga a me dandomi
del voi, ma che ci sia più confidenza. Voglio essere chiamato
per nome e ogni volta che torno a casa il suo saluto deve essere:
ciao 'Ntoni, com'è andata la giornata? Sei stanco? Raccontami!
Voglio che sia bene educata e con un carattere deciso. Deve imparare
a tessere e a ricamare e deve conoscere l'opera, da Donizetti a
Bellini, da Verdi a Puccini. Dovrà diventare una ragazza
perfetta".
"'Ntoni, tu devi stare tranquillo, per quanto riguarda nostra
figlia io farò sempre come tu dici! Adesso siediti perché
ho anche io qualcosa da dirti
riguarda la donna di servizio
si, la ragazza che hai portato
e che adesso fai vivere nella
nostra casa. È diventata la tua consigliera e, come se non
bastasse, ti lasci anche contraddire da lei! Non ci capisco più
niente.
A volte mi sembra di essere io la serva e lei la padrona. Per noi
ci voleva una donna più ubbidiente, più mite e che
stesse sempre con me".
"Mena, cerca di essere più chiara! Mi stai forse chiedendo
di mandare via Rosa? Una ragazza che è stata abbandonata
alla nascita e con una famiglia
quella che l'ha presa in affido
così povera da non avere nemmeno occhi per piangere? Ho capito
sei gelosa! Perché è in grado di fare tutto
oppure non la vuoi tra i piedi perché è giovane e
bella? E io?
Per accontentare te dovrei prendere a servizio una vecchia lumaca,
con la tosse catarrale che non riesce nemmeno ad andare al fiume
a fare il bucato?"
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