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    Capitolo III
 
 
 
"'Ntoni, scusa, ma fino ad adesso sono stati i coloni ad occuparsi di tutto. Non possono continuare a farlo…"
"NO! Sono io che decido quello che bisogna fare. Se ho ristrutturato la casa di Ierapotamo, non solo per le tue vacanze estive, ma perché lì si dovranno uccidere i maiali, si farà il sapone e le conserve per l'inverno… insomma tutto quello che servirà per farci stare bene!... E di tutto questo… se ne dovrà occupare Rosa! Con l'aiuto dei coloni, naturalmente".
"E va bene. Facciamo come tu dici, ma sappi che io non sono cieca! Ho visto l'intesa che c'è tra di voi, come tu la guardi e come lei ti sorride… e so che le fai anche dei regali!"
"Chi ti ha detto questo?"
"Nessuno! È che so come sei fatto e quali armi usi per conquistare una donna."
'Ntoni andò su tutte le furie e incominciò a tirare calci ad una porta che gli veniva di fronte, poi girandosi di scatto batté forte i pugni sul tavolo e con la voce abbassata di almeno due toni per la rabbia urlò:
"adesso basta! So perfettamente chi ti ha messo in guardia! Si tratta di mia sorella e forse anche mio fratello ci ha messo del suo! Mi sono sposato, ho una mia dimora e ancora mia sorella viene a ficcare il naso in cose che non la riguardano."
Mena si alzò, infilato l'uncinetto nel gomitolo depose tutto nel cestino. Andò vicino al marito e lo abbracciò. Poi gli prese le mani e con la voce strozzata dal pianto gli disse: "tua sorella non c'entra niente, sono stata io a prenderla in contropiede. Ho fatto finta di sapere tutto e così lei mi ha riferito dei regali."
"Il risultato non cambia! Mia sorella è acida, non ha mai conosciuto un uomo, è invidiosa delle altre donne e queste storie sono frutto della sua fantasia.