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    Capitolo III
 
 
 
All'ora di pranzo, versava tutto quello che aveva preparato nella limba (grandissimo piatto di coccio), che copriva e avvolgeva in un mensale e, dopo aver dato una stretta al bustino per mettere in risalto il seno, si toglieva il grembiule, lo arrotolava su se stesso, formando una piccola ciambella che sistemava sul capo per appoggiarvi sopra il piatto. In mano prendeva assieme il cesto, con sistemate dentro le stoviglie, e la brocca del vino. Poi portava tutto, e in gran fretta, nei campi. Apparecchiava sull'erba e con due dita in bocca emetteva due fischi acutissimi per farsi sentire da tutti, anche da quelli più distanti.
"Dai venite! Avvicinatevi! Ce n'è per tutti, ho cucinato in abbondanza" disse Rosa.
"Anche il vino è in abbondanza?" Ribatterono i più giovani per farsi notare da lei.
"Vino quanto basta! Don Antonio mi ha dato ordini di portare solo una brocca, la rimanenza ve la darà stasera, a lavoro finito. Su mettetevi a sedere, avete un'ora di tempo e poi di nuovo tutti all'opera, fino al calar del sole."
"Dai Rosa, siediti anche tu! Rimani con noi, il cibo è più gustoso se ci canti una canzone".
La ragazza fece un giro su se stessa, tra le dita prese un lembo dell'ampia gonna e lo portò sul fianco e con civetteria rispose:
"Non posso mi spiace! Don Antonio mi aspetta! Dobbiamo pranzare assieme!" Dopodiché strizzò l'occhio a Vice, il colone più anziano, e se tornò a casa.