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All'ora di pranzo,
versava tutto quello che aveva preparato nella limba (grandissimo
piatto di coccio), che copriva e avvolgeva in un mensale e, dopo
aver dato una stretta al bustino per mettere in risalto il seno,
si toglieva il grembiule, lo arrotolava su se stesso, formando una
piccola ciambella che sistemava sul capo per appoggiarvi sopra il
piatto. In mano prendeva assieme il cesto, con sistemate dentro
le stoviglie, e la brocca del vino. Poi portava tutto, e in gran
fretta, nei campi. Apparecchiava sull'erba e con due dita in bocca
emetteva due fischi acutissimi per farsi sentire da tutti, anche
da quelli più distanti.
"Dai venite! Avvicinatevi! Ce n'è per tutti, ho cucinato
in abbondanza" disse Rosa.
"Anche il vino è in abbondanza?" Ribatterono i
più giovani per farsi notare da lei.
"Vino quanto basta! Don Antonio mi ha dato ordini di portare
solo una brocca, la rimanenza ve la darà stasera, a lavoro
finito. Su mettetevi a sedere, avete un'ora di tempo e poi di nuovo
tutti all'opera, fino al calar del sole."
"Dai Rosa, siediti anche tu! Rimani con noi, il cibo è
più gustoso se ci canti una canzone".
La ragazza fece un giro su se stessa, tra le dita prese un lembo
dell'ampia gonna e lo portò sul fianco e con civetteria rispose:
"Non posso mi spiace! Don Antonio mi aspetta! Dobbiamo pranzare
assieme!" Dopodiché strizzò l'occhio a Vice,
il colone più anziano, e se tornò a casa.
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