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La moglie del compare
ogni mattina preparava la colazione, fatta di pane tostato ed una
enorme scodella d'orzo fumante. Era una donna di buon cuore e offriva
volentieri una tazza a tutti i ragazzi che passavano di là
per salutarla prima di andare a lavorare nei campi. Pasquinella
lungo la strada pregava e sperava di trovare compare Vice, era sicura
che lui avrebbe trovato un modo per curare il fratello. Appena arrivò,
trovò la porta socchiusa e dai laterali usciva un'enorme
nuvola di fumo, dentro la cucina il fuoco era acceso e si sentiva
lo scoppiettio della legna
bussò con tutta la sua forza.
"Entrate! Venite avanti - rispose la moglie di compare Vice
- voi Pasquinella? Stamattina non siete andata a fare la legna?"
"No! Nessuno di noi è andato perché è
tornato Beppe e sta tanto male, ha la febbre alta ed ha forti dolori
alla pancia e i suoi bisogni se li fa addosso di continuo. Non ci
riconosce più e dice parole sconnesse. Il padre mi manda
a chiedervi se vostro marito gli può portare un decotto per
alleviare il dolore."
"Mi dispiace mio marito non c'è! Stamattina è
partito presto per andare alla fiera a vendere le galline. Io non
so come vi posso aiutare! Tenete, bevete una tazza d'orzo che vi
fa bene, lo zucchero è già dentro, l'ho messo per
il padrone!"
Pasquinella riconobbe Don Antonio che stava anche lui sorseggiando
seduto vicino al fuoco, mentre la guardava con indifferenza. Le
batteva forte il cuore, aveva soggezione di quell'uomo che era il
padrone di tutti quei terreni e comandava tutti quei coloni. Per
l'imbarazzo rispose mentendo:
"no grazie, l'ho già bevuto."
Don Antonio si alzò in piedi davanti al focolare e battendo
il bastone per terra domandò alla donna:
"Vice a che ora torna dalla fiera?"
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