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"Non gridate per
favore che vi spiego tutto. A casa del compare c'era il padrone
che mi ha mandato da Rosa a prendere questo tè, glielo dobbiamo
dare a Beppe che gli farà tanto bene. Il padrone ha detto
che ha il male di santeria e che è una cosa grave, di andare
subito dallo speziale così gli prepara la medicina".
"La medicina
? E con quali soldi?"
"Ha detto che è un suo amico e che dopo passa lui".
"Passa lui
? Io mi vergogno senza soldi
"
"Sapete che vi dico
a voi dei figli non importa niente!
Per voi meno siamo e meglio stiamo! Se non volete andare, ci vado
io per mio fratello!"
"Come ti sei permessa ad insultarmi e a rispondermi in questo
modo? Ma io l'ho sempre pensato sai? Zitta, zitta tu
sei una mina vagante! E adesso inginocchiati davanti a me"!
Il padre incominciò a picchiarla con forza e lei ferma e
immobile. Non una lacrima. La matrigna si prese di paura e disse:
"Mio Dio smettila! Ma la vuoi ammazzare? Uno sta morendo e
questa te la vuoi togliere davanti? E tu chiedigli perdono, digli
che hai sbagliato e che non ti permetterai più di rispondergli
in questo modo!"
Dopo un po' due lacrime solcarono il viso della ragazzina che a
denti stretti si rivolse al padre dicendo:
"Ho sbagliato e vi chiedo perdono".
"Grida! Non ti sento! Cosa hai detto?"
"Perdonatemi per questa volta se potete! Non lo faccio più".
Il padre la smise, Pasquinella prese in braccio Carmela, la sorellina
dai capelli rossi, e la strinse forte forte a sé, la bimba
ricambiò ricoprendola di baci.
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