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Un altro problema lo
assillava: il colone che si occupava del pezzo di terra più
grande e redditizio, poiché conteneva uliveti, vigna e un
ovile con quasi 100 pecore, si fece fare un atto di richiamo da
un fratello che abitava in Australia e dopo essere risultato idoneo
alla visita medica, aveva messo al corrente Don Antonio che da lì
ad un mese si sarebbe imbarcato con tutta la famiglia e non avrebbe
più fatto ritorno. Non era facile in così poco tempo
trovare un'altra famiglia di cui potersi fidare. I giorni passavano
e 'Ntoni non era riuscito a trovare nessuno che avesse le giuste
referenze per potergli affidare tutto. Passò molte notti
insonni. Una domenica mattina, dopo essersi alzato, si avviò
verso le sue terre senza nemmeno aspettare Rosa come faceva di solito.
La decisione l'aveva presa nella sua testa e non voleva dirla a
nessuno per non essere condizionato. Camminando a passo svelto diceva
tra sé e sé:
"ora basta! Io non posso diventare pazzo per un pezzo di terra
e per delle pecore! Entro oggi devo trovare qualcuno, gli faccio
il contratto d'affitto per un anno e poi vediamo come andrà.
Per quanto riguarda il gregge sono disposto ad assumere un ragazzino
e a pagarlo mensilmente. Se perdo o se guadagno non mi interessa,
ma devo trovare una soluzione!"
Arrivato dietro alla siepe che circondava la casa di Vincenzo, fece
un gran sospiro e poi fischiò per chiamare i suoi due cani
che stavano in campagna e che ogni mattina sentendolo fischiare
gli andavano incontro per fargli festa. Era quasi fermo e non poté
fare a meno di ascoltare le voci che venivano da dietro la siepe.
Si capiva che erano donne che si lamentavano per i danni provocati
dall'alluvione, in particolare una di loro parve che stesse piangendo.
Sbirciò sopra la siepe e riconobbe la moglie di Vincenzo
in lacrime con altre due donne mogli di suoi coloni che tentavano
di consolarla.
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