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    Capitolo V
 
 
 
"Bontà vostra vi ringrazio e vi prego di scusarmi se rimango coricato. Mi sento debole e non ce la faccio ad alzarmi… Ho detto a mia moglie di avere pazienza che non appena riacquisto le forze mi metto all'opera e vedo quello che si può fare".
"Non penso che si possa fare niente per salvare la casa. O meglio non è un lavoro che potete fare da solo e in queste condizioni di salute. Io avrei una proposta da farvi, cerco un nuovo colone per la contrada vigna e voi sareste la persona ideale. Conoscete quel pezzo di terra: è molto redditizio e il casolare è in buone condizioni. E' composto da una cucina al piano terra e due camere al piano superiore. Di lato c'è una stalla quasi nuova, l'ho rifatta l'anno passato tutta in muratura. Le condizioni sarebbero quelle che ho imposto agli altri. Voi lavorereste per un terzo del raccolto e con il gregge sarebbe uguale; in base alle nascite vi toccherà la stessa percentuale, ma disporrete solo degli ovini adulti che potreste vendere o tenere, secondo le vostre necessità. Pensateci bene, lì sareste al sicuro e avreste un tetto sulla testa per voi e per i vostri figli, parlatene con vostra moglie perché stasera quando torno esigo una risposta e le vostre eventuali condizioni. Adesso vi saluto, mi stanno aspettando… fuori ho lasciato i cani".
La moglie di Vincenzo per la gioia non sapeva cosa dire e farfugliando tentava di trattenerlo:
"mio Dio Don Antonio! Siete rimasto in piedi! Vi prego di scusarmi… sedetevi! Io vado dalle galline e se c'è qualche uovo fresco ve lo metto nella cenere.
"Devo andare, vi ringrazio, datelo alle bambine".
Don Antonio se ne andò e dopo un po' arrivò Pasquinella con il latte.