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    Capitolo V
 
 
 
La moglie invece era entusiasta e tentò di convincerlo che fosse un'occasione da non perdere, forse l'unica che avrebbe dato una svolta alla loro vita. Era quasi buio quando 'Ntoni ripassò per avere la risposta. Faceva caldo, Vincenzo e la sua famiglia erano seduti nell'aia. Sopra un tondino ci stava un piatto di coccio pieno di cavoli fumanti e un pezzo di pane di mais. 'Ntoni rimase pietrificato davanti a quei fanciulli così concentrati a riempirsi lo stomaco, il piatto sembrava un campo di battaglia e loro combattevano con le forchette per accalappiarsi più cibo possibile. Pasquinella portò al padre una scodella con dentro pane bianco bollito.
"Vedete - disse Vincenzo - non posso mangiare niente. Come faccio a recuperare le forze per soddisfare i vostri bisogni?"
"Vincenzo - rispose 'Ntoni - adesso sono io che vi prego di accettare, fate contenta vostra moglie e pensate al bene dei vostri figli!"
"Si… e come? Loro non sono in grado di garantire niente! Il lavoro nel vigneto non è cosa da ragazzi".
"Lo so ma loro potrebbero badare al gregge e per il resto voi fareste quello che potete, al momento opportuno potrei sempre intervenire io, portando manodopera esterna".
La moglie di Vincenzo, che si era mantenuta in disparte fino a quel momento, si intromise dicendo:
"Don Antonio, noi vi ringraziamo della vostra offerta, non potremmo chiedere altro. Spiegate per favore a mio marito quali sono i beni principali che vi interessano di più. Noi ce la metteremo tutta, non vogliamo deludervi, i figli stanno crescendo e tutti assieme speriamo di farcela".
"Benissimo! Avete ragione, dobbiamo essere chiari sin dall'inizio!