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    Capitolo V
 
 
 
Io domani stilerò un contratto dove spiegherò che sono tre i beni che mi interessano maggiormente e su questi sarò inflessibile: il vino, l'olio e il gregge. Per il resto se produrrete andrà bene per voi!"
Vincenzo tirò un sospiro di sollievo:
"Va bene Don Antonio… non c'è bisogno di nessun contratto. Io non so leggere e poi sia la vostra signoria che il sottoscritto siamo uomini di parola. Lo dicevano gli altri coloni che siete un galantuomo, ma non pensavo fino a questo punto".
'Ntoni si alzò soddisfatto, prese la piccola Carmela per le braccia e le fece fare un giro in aria. La bimba si mise a piangere, 'Ntoni si fermò e la poggiò per terra tirandole le trecce scherzosamente e domandandole:
"Ma che ti ho fatto? Non mi puoi vedere? Invece io ti voglio tanto bene! Pensa l'altro giorno ho visto una bellissima bambola e te la volevo comprare, ma poi mi sono detto Carmela non l'accetterebbe mai! Noi siamo nemici non è vero? Devo trovare un'altra bimba… una a cui sto simpatico, me la porto a casa mia al paese e le compro tanti regali così farà compagnia a mia figlia".
Carmela si divincolò e scappò via, nascondendosi dietro Pasquinella. Vincenzo riprese la bimba:
"Perché ti comporti così? Hai sentito cosa ti ha chiesto il padrone? Dice se vuoi fare compagnia a sua figlia!"
La bimba non rispose e continuò a nascondersi.
"Don Antonio la dovete scusare - disse Vincenzo - è piccola e non capisce".
"Non ci sono problemi, a me piace scherzare".
Dopodiché tirò fuori l'orologio e riprese: