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Io domani stilerò
un contratto dove spiegherò che sono tre i beni che mi interessano
maggiormente e su questi sarò inflessibile: il vino, l'olio
e il gregge. Per il resto se produrrete andrà bene per voi!"
Vincenzo tirò un sospiro di sollievo:
"Va bene Don Antonio
non c'è bisogno di nessun
contratto. Io non so leggere e poi sia la vostra signoria che il
sottoscritto siamo uomini di parola. Lo dicevano gli altri coloni
che siete un galantuomo, ma non pensavo fino a questo punto".
'Ntoni si alzò soddisfatto, prese la piccola Carmela per
le braccia e le fece fare un giro in aria. La bimba si mise a piangere,
'Ntoni si fermò e la poggiò per terra tirandole le
trecce scherzosamente e domandandole:
"Ma che ti ho fatto? Non mi puoi vedere? Invece io ti voglio
tanto bene! Pensa l'altro giorno ho visto una bellissima bambola
e te la volevo comprare, ma poi mi sono detto Carmela non l'accetterebbe
mai! Noi siamo nemici non è vero? Devo trovare un'altra bimba
una a cui sto simpatico, me la porto a casa mia al paese e le compro
tanti regali così farà compagnia a mia figlia".
Carmela si divincolò e scappò via, nascondendosi dietro
Pasquinella. Vincenzo riprese la bimba:
"Perché ti comporti così? Hai sentito cosa ti
ha chiesto il padrone? Dice se vuoi fare compagnia a sua figlia!"
La bimba non rispose e continuò a nascondersi.
"Don Antonio la dovete scusare - disse Vincenzo - è
piccola e non capisce".
"Non ci sono problemi, a me piace scherzare".
Dopodiché tirò fuori l'orologio e riprese:
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