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"Vi prego lasciatemi
andare, si è fatto buio
".
Lui la strinse ancora di più e la baciò.
"... e ricorda che il tuo padrone ti vuole bene, devi essere
più gentile e disponibile se vuoi continuare a lavorare per
me! E adesso vai che si è fatto tardi, Buon Natale a te e
alla tua famiglia Pasquinella!"
La ragazza scappò via singhiozzando, era molto turbata e
anche schifata. Come poteva lei combattere quell'uomo così
potente e che, per giunta, poteva essere suo padre.
Passarono altri due mesi, la figlia di Don Antonio si ammalò
e Pasquinella andò a vivere definitivamente nella casa del
padrone, stava nella stessa camera di Rosa.
La sua famiglia ormai aveva rinunciato a lei.
"Si, sei sempre mia figlia - diceva Vincenzo - ma è
al padrone che devi dare conto, è lui che se la vede di tutto!"
A casa di Don Antonio Pasquinella non sarebbe stata male, se non
per le molestie che subiva giornalmente. La moglie del padrone la
trattava benissimo, quasi come una figlia, il mangiare non mancava
e nemmeno il vestiario. Si era fatta fare dal calzolaio persino
delle scarpe nuove che, però, metteva ogni tanto; erano scomode
per lei che aveva camminato scalza per quindici anni.
Era quasi una donna, andava spesso a casa dei genitori a portare
biscotti dolci e tante altre cose che riusciva a mettere da parte
ogni volta che facevano i preparativi. Tutto avveniva con il consenso
di Rosa, che negli ultimi tempi era diventata più comprensiva
con lei, cercava quasi di proteggerla dal padrone, al quale rinfacciava
ogni giorno i suoi atteggiamenti. Il pomeriggio di una Domenica
Pasquinella subì l'abuso di Don Antonio.
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