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    Capitolo VI
 
 
 
"Vi prego lasciatemi andare, si è fatto buio…".
Lui la strinse ancora di più e la baciò.
"... e ricorda che il tuo padrone ti vuole bene, devi essere più gentile e disponibile se vuoi continuare a lavorare per me! E adesso vai che si è fatto tardi, Buon Natale a te e alla tua famiglia Pasquinella!"
La ragazza scappò via singhiozzando, era molto turbata e anche schifata. Come poteva lei combattere quell'uomo così potente e che, per giunta, poteva essere suo padre.
Passarono altri due mesi, la figlia di Don Antonio si ammalò e Pasquinella andò a vivere definitivamente nella casa del padrone, stava nella stessa camera di Rosa.
La sua famiglia ormai aveva rinunciato a lei.
"Si, sei sempre mia figlia - diceva Vincenzo - ma è al padrone che devi dare conto, è lui che se la vede di tutto!"
A casa di Don Antonio Pasquinella non sarebbe stata male, se non per le molestie che subiva giornalmente. La moglie del padrone la trattava benissimo, quasi come una figlia, il mangiare non mancava e nemmeno il vestiario. Si era fatta fare dal calzolaio persino delle scarpe nuove che, però, metteva ogni tanto; erano scomode per lei che aveva camminato scalza per quindici anni.
Era quasi una donna, andava spesso a casa dei genitori a portare biscotti dolci e tante altre cose che riusciva a mettere da parte ogni volta che facevano i preparativi. Tutto avveniva con il consenso di Rosa, che negli ultimi tempi era diventata più comprensiva con lei, cercava quasi di proteggerla dal padrone, al quale rinfacciava ogni giorno i suoi atteggiamenti. Il pomeriggio di una Domenica Pasquinella subì l'abuso di Don Antonio.