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Pasquinella continuava
sempre a lavorare, era molto dimagrita, ai lati del collo aveva
come nocciole. 'Ntoni la fece visitare da un suo amico medico che
esercitava a Polistena, conosceva bene Pasquinella perché
da bambina gli portava la legna. La visita fu molto accurata e dopo
aver finito trattenne 'Ntoni dentro lo studio facendogli capire
che doveva parlare con lui da solo. 'Ntoni in preda al panico:
"Filippo, cosa c'è che non va? Che cosa hai riscontrato
con la visita? Pasquinella non ha niente di grave, vero?"
"E invece, la mia esperienza mi porta a dire che la ragazza
potrebbe essere stata seriamente contagiata. Da come si presenta
il quadro clinico a me viene da pensare alla cosa più grave
e tu sai di cosa sto parlando
"
" Sifilide! Ma no!"
"O mal francese, chiamala come ti pare".
"Non è possibile! Da quella malattia io sono guarito
perfettamente, ho preso gli arsenobenzoli, il bismuto, lo iodio
e il mercurio. Ma tutto questo, comunque, risale a quindici anni
fa. Mi sono sposato, ho una figlia! Tu mi conosci bene, non faccio
la vita di un monaco, ma nessuna donna si è mai lamentata".
"'Ntoni non siamo sicuri di niente, anche perché il
microrganismo rimane latente per un lungo periodo di tempo".
"Ma che stai dicendo, rimarrebbe latente per più di
quindici anni? E poi ti dico che è impossibile perché
i chemioterapici li ho fatti pure in vena, tanto che mi sono intossicato.
Il professore di Napoli che mi ha impostato la terapia mi ha assicurato
che si è trattato di una cosa circoscritta e che non avrei
più avuto preoccupazioni.
Tu con le tue insinuazioni
mi porteresti al suicidio!"
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