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    Capitolo VII
 
 
 
Il motto era "O con me o contro di me!" e Beppe si era apertamente messo contro di loro, rischiando la vita costantemente, convinto che il sistema dovesse essere cambiato.
Un giorno Pasquinella era seduta sulle rive del fiume, aspettava Rosa per ritirare il bucato steso la mattina ad asciugare. Era una giornata caldissima, sulle rive del fiume le pecore brucavano l'erba tenera, mista a piccole margherite; gli agnellini nati da poco tempo, nel tentativo di seguire le loro madri, cadevano in acqua. La ragazza correva a prenderli abbracciandoli come se fossero suoi figlioletti, poi guardando quel paradiso le spuntarono le lacrime. Pensava alle sue amiche che si erano ormai tutte fidanzate, alcune anche sposate mettendo su famiglia. Avrebbe desiderato tanto avere una famiglia tutta sua, ma sapeva bene che ciò non era possibile. Giorni prima aveva detto "di no" ad un giovanotto che l'aveva chiesta in sposa e quando il padre l'aveva chiamata dinanzi a sé, lei scappò via piangendo, portandosi dietro il suo terribile e doloroso segreto. D'un tratto venne interrotta dalla voce di un ragazzino, era il figlio del colone:
"Pasquinella, don Antonio vi manda questo…, e vi raccomanda di non fare tardi perché sua moglie e sua figlia stanno da sole, lui è partito con il treno delle due e starà fuori per qualche giorno. Mi raccomando ditelo anche a Rosa".
Pasquinella prese il pacchetto e lo strinse forte nelle mani quasi per stritolarlo, era agitata e lo voleva buttare in acqua senza sapere cosa contenesse. Aveva paura di aprirlo e pensava:
"Cosa può aver messo in questa scatola? Di sicuro qualche polvere indemoniata per farmi diventare pazza, ma io adesso la sotterrerò così non la troverà nessuno e, forse, mi libererò ".
Intanto arrivò Rosa tutta allegra: