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    Capitolo VII
 
 
 
"Ti ho detto di no!!!" Rosa non sapendo cosa fare, aprì la scatola per sistemare gli orecchini e notò una scritta sotto il coperchio.
"Guarda, cosa c'è scritto qua Pasquinella?"
"E lo chiedi proprio a me? Non sei tu quella che sa leggere?"
"Pasquinella, non ti sopporto più! Io non ho mai detto di saper leggere, so solo copiare la mia firma a stampatello".
"A me non interessa né ciò che ci sta scritto né gli orecchini. Te li puoi pure tenere, visto che ci tieni tanto alle cose di valore…"
Rosa richiuse la scatola e se la mise in tasca, Pasquinella piegò l'ultimo canovaccio e lo mise nel cesto. Tutte e due si avviarono lentamente verso il paese. Lungo la via Rosa cercava di organizzare con la ragazza il lavoro per i giorni successivi.
"Pasquinella, domani ricordati che dobbiamo tirare il lino fuori dalle vasche, è più di un mese che sta in ammollo e rischia di andare in putrefazione. Per quando ritorna il padrone, glielo dobbiamo far trovare completamente essiccato, pronto per la battitura. Pasquinella era imbronciata, continuava a camminare lentamente con il cesto sulla testa e senza rispondere. Rosa ebbe uno scatto di nervi verso la ragazza:
"Pasquinella, tu la devi finire di tenere il broncio! Se provi odio e rancore verso il padrone per quello che ti ha fatto non è certo colpa mia, anzi mi dovresti ringraziare per quante volte ti ho difesa e per quante altre volte mi sono fatta carico del tuo lavoro per non lasciarti da sola con lui. Ma non capisci che io mi trovo nella tua stessa situazione? Certo, con la differenza che ho dieci anni più di te e, anche se ancora non ho imparato a leggere, mi sento più intelligente e più furba, cerco sempre di badare a me stessa.