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    Capitolo VII
 
 
 
Ha ragione quando ti dà della ciota, tu scambi lucciole per lanterne, io stasera non ti ho dato nessun consiglio, ti ho semplicemente fatto una confessione. E se tu ti senti sfortunata perché ti è morta la mamma, io mi dovrei uccidere visto che la mia mi ha buttata, appena nata, davanti ad una chiesa.
Non so chi sono né da dove vengo ma, a differenza di te, io so cosa voglio! Devo cambiare la mia vita prima che sia troppo tardi! Mi voglio sposare e avere dei figli, e il padrone mi deve dare la dote che mi ha promesso. E pensi che gli uomini si comprano al mercato?"
"Come fai a trovare un marito se tutti sanno…? Sei una donna chiacchierata! Rosa non è possibile, gli uomini quando si sposano cercano sempre una donna casta e tu non lo sei…!"
Rosa con un gesto meccanico si portò di scatto il cesto sulla testa, senza accorgersi che le era caduta a terra una parte di biancheria, sporcandosi. Tutto le fu chiaro di colpo! Avrebbe potuto risparmiarsi tanta fatica, se solo si fosse ricordata che Pasquinella era ingenua e impaurita come una bambina, tanto da non poter capire il suo progetto. Lei, infatti, s'era messa d'accordo con un prete, avrebbe incontrato un uomo che veniva da un paese lontano e al quale gli era stata riferita una mezza verità… Lei sarebbe stata solo con il ragazzo che l'avrebbe dovuta sposare se non fosse morto, accidentalmente, prima del matrimonio.
L'orologio della chiesa batté le sette di sera, Pasquinella, vedendo Rosa infastidita, scese di corsa dal muretto dove si era seduta, raccolse i panni caduti per terra e le corse dietro:
"perché cammini così svelta? - le domandò - non ce la faccio a seguirti!"