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Avete superato ogni
limite, ve la faccio pagare care! Alzatevi e venite con me! Prima
dell'alba deve ritornare tutto al suo posto!"
'Ntoni andò dentro lo studio, aprì il cassetto della
scrivania e tirò fuori il vecchio revolver del padre e lo
sistemò nella tasca interna del gilet. Le ragazze senza fiatare
lo seguirono, in pochi minuti giunsero in campagna.
I coloni, tutti con le torce accese, avevano già perlustrato
la zona. Vice spiegò al padrone che i ladri per entrare avevano
rotto il muro creando un buco dietro la cisterna dell'olio e chissà
da quanto tempo era stato fatto senza che nessuno se ne fosse potuto
accorgere. Una volta dentro portarono via la refurtiva, passando
attraverso la porta che lasciarono spalancata dietro di sé.
Pasquinella tirò un sospiro di sollievo e finalmente le tornò
un filo di voce che aveva perso perché convinta che il padrone
avesse infilato i bossoli nel tamburo della pistola per fare fuori
sia lei che Rosa. In quel momento arrivò un ragazzo che soddisfatto
urlava:
"Signore, signore! Don Antonio abbiamo trovato tutto nella
cavernetta sulla riva del fiume a cento metri più a nord
del mulino. Abbiamo anche individuato il ladro, è Francesco
il figlio del mugnaio. È stata sua madre a mandarci là,
sicura che c'entrasse il figlio".
"A tutti noi era venuto il sospetto su Francesco - rispose
compare Vice - e adesso ne abbiamo avuto la conferma. In sole quattro
ore ha avuto la capacità di svuotare un intero magazzino".
"È un ladro di professione - riprese il ragazzino -
non ha ancora diciassette anni e già vive da solo, la sera
non rientra a casa nemmeno per dormire.
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