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    Capitolo VII
 
 
 
Avete superato ogni limite, ve la faccio pagare care! Alzatevi e venite con me! Prima dell'alba deve ritornare tutto al suo posto!"
'Ntoni andò dentro lo studio, aprì il cassetto della scrivania e tirò fuori il vecchio revolver del padre e lo sistemò nella tasca interna del gilet. Le ragazze senza fiatare lo seguirono, in pochi minuti giunsero in campagna.
I coloni, tutti con le torce accese, avevano già perlustrato la zona. Vice spiegò al padrone che i ladri per entrare avevano rotto il muro creando un buco dietro la cisterna dell'olio e chissà da quanto tempo era stato fatto senza che nessuno se ne fosse potuto accorgere. Una volta dentro portarono via la refurtiva, passando attraverso la porta che lasciarono spalancata dietro di sé. Pasquinella tirò un sospiro di sollievo e finalmente le tornò un filo di voce che aveva perso perché convinta che il padrone avesse infilato i bossoli nel tamburo della pistola per fare fuori sia lei che Rosa. In quel momento arrivò un ragazzo che soddisfatto urlava:
"Signore, signore! Don Antonio abbiamo trovato tutto nella cavernetta sulla riva del fiume a cento metri più a nord del mulino. Abbiamo anche individuato il ladro, è Francesco il figlio del mugnaio. È stata sua madre a mandarci là, sicura che c'entrasse il figlio".
"A tutti noi era venuto il sospetto su Francesco - rispose compare Vice - e adesso ne abbiamo avuto la conferma. In sole quattro ore ha avuto la capacità di svuotare un intero magazzino".
"È un ladro di professione - riprese il ragazzino - non ha ancora diciassette anni e già vive da solo, la sera non rientra a casa nemmeno per dormire.