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    Capitolo VII
 
 
 

<Sua madre è disperata, povera donna, non fa altro che pregare il Signore o per farlo redimere o per portarselo in cielo. Lei non ce la fa più ad affrontare queste mortificazioni".
Stava quasi per albeggiare quando 'Ntoni chiamò Rosa:
"Dai vieni! Saliamo un attimo in paese e tu Pasquinella non appena farà giorno controlla che i ragazzi riportino tutto indietro, al proprio posto.
Poi dici a compare Vice di fare di nuovo l'inventario. Io devo sistemare alcune cose, spero di riscendere in mattinata".
"Va bene Signore, faccio quello che voi mi avete ordinato".
'Ntoni, per andare in paese, imboccò la strada a nord proprio dove c'era il mulino. Voleva ringraziare la madre di Francesco e dirgli che lo avrebbe denunciato magari solo per lo scasso senza dichiarare il furto, giusto per dargli una lezione. Mentre camminavano, la figura di una donna veniva incontro a loro, era proprio la madre del ragazzo avvolta in uno scialle nero che le copriva anche parte del viso. 'Ntoni alzò la torcia per vederla meglio e si accorse che aveva il volto tumefatto, qualcuno l'aveva pestata. 'Ntoni l'abbracciò forte a sé e le baciò le mani:
"Vi chiedo perdono, ma dovrò sporgere denuncia. Lo faccio per il suo bene e… per la vostra incolumità".
"Fate quello che ritenete più giusto, avete tutta la nostra approvazione".
Rosa e 'Ntoni continuarono a camminare lungo la strada che li portava al paese. Lui stava dietro facendo luce con la torcia, alla fine della salita qualcuno uscì da dietro gli alberi di castagno e colpì 'Ntoni alle spalle. Lui si girò per difendersi, ci fu una colluttazione e la torcia si spense. 'Ntoni cercò di prendere la pistola,