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Per Pasquinella la
perdita di Carmela fu un dolore così grande che non ebbe
il coraggio di vederla da morta. Si rinchiuse nel granaio per tre
giorni, senza mangiare, bevendo qualche sorso d'acqua.
Era convinta che sarebbe riuscita, in breve tempo, a raggiungere
la sorella, ponendo così fine a quell'atroce sofferenza.
È stato 'Ntoni e soprattutto sua moglie a spiegarle che così
facendo si sarebbe distrutta non solo nel corpo, ma anche nell'anima.
Tirò fuori tutto il coraggio e, fiduciosa nell'aiuto della
misericordia, prese la coroncina del rosario che teneva sempre in
tasca, e uscì dal granaio pronta, ancora una volta, a ricominciare.
Era maggio e 'Ntoni organizzò una grande festa nella casa
di campagna; era da poco tornato il suo amico Guerino, un buon motivo
per riunirsi e festeggiare rendendo partecipi anche i coloni che
avevano portato a termine la coltivazione nei campi. Avevano finito
in tempo ed era andato tutto bene. Quel giorno Pasquinella lavorò
moltissimo, da sola aveva preparato tutto senza chiedere l'aiuto
di nessuno; le mogli dei coloni si sarebbero messe a disposizione
ben volentieri, ma lei rifiutò la loro collaborazione. Guerino
aveva osservato attentamente Pasquinella:
"Questa donna è una forza della natura, fa tutto da
sola, mi sembra anche molto precisa" si complimentò
con 'Ntoni.
"Ha un'altra grande dote, la discrezione. Per questo si distingue
dalle altre".
"È quanto ha notato anche tuo nipote - ribadì
Guerino - sai, eravamo abituati a Rosa che si dava da fare
facendoci, tra l'altro, anche divertire".
"Mah, speriamo che rimanga qui" disse 'Ntoni.
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