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    Capitolo VIII
 
 
 
Per Pasquinella la perdita di Carmela fu un dolore così grande che non ebbe il coraggio di vederla da morta. Si rinchiuse nel granaio per tre giorni, senza mangiare, bevendo qualche sorso d'acqua.
Era convinta che sarebbe riuscita, in breve tempo, a raggiungere la sorella, ponendo così fine a quell'atroce sofferenza. È stato 'Ntoni e soprattutto sua moglie a spiegarle che così facendo si sarebbe distrutta non solo nel corpo, ma anche nell'anima. Tirò fuori tutto il coraggio e, fiduciosa nell'aiuto della misericordia, prese la coroncina del rosario che teneva sempre in tasca, e uscì dal granaio pronta, ancora una volta, a ricominciare.
Era maggio e 'Ntoni organizzò una grande festa nella casa di campagna; era da poco tornato il suo amico Guerino, un buon motivo per riunirsi e festeggiare rendendo partecipi anche i coloni che avevano portato a termine la coltivazione nei campi. Avevano finito in tempo ed era andato tutto bene. Quel giorno Pasquinella lavorò moltissimo, da sola aveva preparato tutto senza chiedere l'aiuto di nessuno; le mogli dei coloni si sarebbero messe a disposizione ben volentieri, ma lei rifiutò la loro collaborazione. Guerino aveva osservato attentamente Pasquinella:
"Questa donna è una forza della natura, fa tutto da sola, mi sembra anche molto precisa" si complimentò con 'Ntoni.
"Ha un'altra grande dote, la discrezione. Per questo si distingue dalle altre".
"È quanto ha notato anche tuo nipote - ribadì Guerino - sai, eravamo abituati a Rosa che si dava da fare… facendoci, tra l'altro, anche divertire".
"Mah, speriamo che rimanga qui" disse 'Ntoni.