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    Capitolo VIII
 
 
 
"Che intendi? Anche Pasquinella vorrebbe lasciare la tua famiglia? E per andare dove? Non credo che nella zona ci sia qualcuno che possa garantire per lei come stai facendo tu".
"Guerino tu sai che sono un uomo molto invidiato e per questo qualcuno ha cercato di metterle strane idee in testa".
Il mattino seguente quando Ntoni si alzò dal letto, diede un'occhiata al suo orologio e si rese conto che era tardi, erano passate le dieci. Aveva un forte mal di testa, forse per il vino che aveva bevuto la sera prima, stava male rimase in camicia da notte e, gironzolando per casa, si accorse di essere solo. Si sedette sul letto e incominciò a chiamare:
"Mena, Pasquinella, Pasquinella".
Arrivò Mena.
"Che c'è 'Ntoni, perché urli così tanto".
"Dov'è quella tonta, ho bisogno di un caffè forte, che mi faccia subito passare questo fastidioso mal di testa".
"Scendo subito in cucina a preparartelo".
Mena tornò con il caffè, lo poggiò sul comodino.
"Ntoni se devi vestirti aspetta prima che dia una lucidata alle scarpe ed una spazzolata alla giacca… Eccoti".
"Come mai non sono stati sistemati da Pasquinella? Dov'è andata?"
"È andata giù in campagna aveva da sistemare alcune faccende".
"So io cos'è che deve sistemare! Mena, lei sta tramando qualcosa. S'incontra ogni giorno con quella zitellona, smidollata della cugina di Vice. Sì, quella che sta a servizio presso il duca di Polistena. Chissà che cosa le avrà proposto a mia insaputa!"