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    Capitolo IX
 
 
 

Messina 1934

Era ormai un mese che Pasquinella si trovava a servizio, fu un periodo di dura prova non solo per il lavoro che doveva svolgere, ma perché aveva ancora difficoltà a rispettare tutte quelle regole che le venivano imposte quotidianamente. La signora si lamentava perché non sapeva servire a tavola, perché era lenta a ritirarsi quando ricevevano visite, risultando spesso invadente. Senza parlare del fatto che si affacciava continuamente al balcone dimenticando, ovviamente, che era proibito. Un giorno il Generale la chiamò a sé.
"Pasquinella devi ripetere dinnanzi a me le regole che una cameriera deve rispettare, dalla prima all'ultima."
"A tavola devo servire a partire da sinistra, incominciando dall'ospite che sta seduto alla vostra destra".
"No Pasquinella, ci sono cose più importanti che forse tu hai sottovalutato. Ti rifaccio la domanda: come deve essere un cameriera?"
"Si Signore, ho capito. Devo essere cieca, sorda e muta. Appena sentirò bussare alla porta, prima di aprire agli estranei, dovrò levare il grembiule a righe ed indossare quello bianco assieme alla cuffietta. Dopo che avrò fatto accomodare gli ospiti in salotto, dovrò prontamente ritirarmi e non ripresentarmi per nessuna ragione. Se i signori avranno bisogno di me, suoneranno il campanello".
"Dimentichi ancora qualcosa".