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    Capitolo IX
 
 
 
"Grida perché vuole essere liberato, gli anziani raccontano che si trattava dello spirito di una vergine sacrificata da un potente Re.
La fanciulla abitava ad Altano e, con l'inganno, fu condotta attraverso un passaggio segreto, al castello. Le era stato detto che il principe era innamorato di lei e che la voleva in sposa. Quando si trovò davanti a lui, il Re le chiese: "Ti assumi la responsabilità di custodire questo tesoro e di non concederlo mai a nessuno?" la fanciulla, credendo stesse parlando del principe, rispose con voce estasiata e piena di passione "Prometto di custodirlo e di non concederlo mai a nessuno per l'eternità". Subito dopo chiuse gli occhi, in attesa di essere baciata dal suo amato, ma un servo la colpì alle spalle con una spada, tagliandole la testa. Da quel momento in poi, il suo spirito fu condannato a rimanere per sempre all'interno delle mura del castello per custodire il tesoro".
"Per questo il fantasma è in pena e grida tutta la notte? - domandò Renato - L'impegno che lei ha assunto, è stato contro la sua volontà!"
"Così dicono! È da secoli che aspetta un giovanotto che la liberi e le faccia finalmente ritrovare la pace. In cambio lei gli regalerà il tesoro facendolo diventare ricco tanto quanto il principe che l'aveva beffata".
Era quasi mezzanotte e Pasquinella sentì i Signori rientrare, le ragazze corsero subito nelle loro camere, ma il piccolo Renato era talmente impaurito da non riuscire a muoversi.
"Pasquinella - le disse - non voglio rimanere da solo, posso dormire con te solo per questa notte?"
"E va bene! Resta pure, ma visto che non sei un bambino coraggioso vorrà dire che non ti racconterò più niente".