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Era la prima settimana
di agosto e la città di Messina era in fermento. Le strade
principali erano addobbate con luci, coccarde e gagliardetti.
Il cuore dei cittadini batteva a ritmo unico, la domenica seguente
un grande evento sarebbe rimasto nella storia di Messina. Il Duce
in persona, avrebbe fatto visita alla città e avrebbe parlato
ai cittadini messinesi. Nella zona del porto, luogo dell'incontro,
fu allestito un palco molto grande, pieno di altoparlanti per fare
in modo che la sua voce potesse raggiungere ogni casa, e che ogni
cittadino, dal primo all'ultimo, recepisse il suo messaggio.
La moglie e i figli del Generale assieme a Pasquinella avevano i
posti riservati in terza fila. Quando il Duce salì sul palco
i cannoni cominciarono a sparare e la gente, quasi fosse impazzita,
lo applaudiva e lo acclamava sventolando i fazzoletti. I plotoni
sfilavano e presentavano le armi, Pasquinella vedendo così
osannare non un Dio ma un uomo scoppiò a piangere. Subito
venne zittita dalla Signora, incominciava il discorso e bisognava
ascoltare. Pasquinella tentò di captare quelle parole, senza
però capire niente, per molto tempo il timbro della voce
del Duce le rimase in testa:
"Camicie nere della rivoluzione
, uomini e donne, Italiani
sparsi oltre i monti e oltre il mare ascoltate,
uomini e
donne di Sicilia
, il Duce è con voi!"
Mai si vide uno spettacolo così gigantesco, migliaia di persone
e un cuore solo.
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