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Passarono un po' di
anni e per Pasquinella non era cambiato nulla, si era ormai rassegnata
all'idea che sarebbe rimasta per sempre in Sicilia. Aveva messo
un po' di soldi da parte e pensava:
"quando diventerò anziana e non potrò più
lavorare comprerò una casetta in qualche posto e così
sarò al sicuro".
Guadagnava quaranta lire al mese e fino a quel momento non aveva
speso quasi nulla. Qualche volta sentiva l'esigenza di farsi fare
un abito nuovo come tutte le ragazze della sua età, ma poi
ci ripensava e con amarezza diceva tra sé e sé:
"
E che lo faccio a fare? Tanto per spendere soldi? Da
sola non posso uscire nemmeno per andare a messa, quando esco con
i signori mi devo vestire da cameriera
!"
<<Nonna, ma perché Pasquinella non si poteva vestire
come le altre quando usciva di casa?>>
<<Poteva indossare quello che voleva e che più le faceva
comodo, ma sopra l'abito doveva mettere sempre grembiule e cuffietta
che lei indossava con sofferenza.
"Assomiglio ad una lumaca" diceva sempre guardandosi allo
specchio prima di uscire. Quelle erano le regole e non poteva farci
niente, era una serva e si doveva distinguere dalla signora quando
usciva assieme a lei.
Nel 1938 l'estate fu caldissima, a luglio la città di Messina
era invasa da mosche, zanzare e da ogni tipo di insetto, per la
mancanza di igiene.
L'acqua era scarsa e ogni famiglia ne aveva a disposizione per non
più di tre ore a settimana, veniva per questo usata solo
per le cose essenziali.
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