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    Capitolo X
 
 
 
presso una famiglia altolocata di Catania, che in estate si trasferiva a Lipari per trascorrere le vacanze.
Era molto scontenta del suo lavoro, la facevano sgobbare come una schiava e, alla fine del mese, con una scusa inventata non le davano mai quanto le spettava, accusandola oltretutto per cose che non aveva commesso. Venera si sfogava sempre con Pasquinella: era rimasta orfana e aveva come unico punto di riferimento una zia suora che proprio pochi giorni prima le aveva spedito una lettera. La invitava a lasciare la Sicilia e trasferirsi a Roma presso l'Istituto dove lei operava, pian piano l'avrebbe sistemata. Venera era indecisa, non se la sentiva di partire da sola e ogni giorno tartassava Pasquinella.
"Perché non vieni anche tu? Se siamo in due è diverso! Per un periodo possiamo stare con le suore e poi si vedrà. Potremmo trovarci un lavoro; a Roma ci sono molte altre opportunità".
"Per te forse, che sai leggere e scrivere! - rispondeva Pasquinella - ma io cosa dovrei fare, rimanere chiusa in un convento? Non grazie, non me la sento! Preferisco rimanere chiusa nella casa del generale".
"Pasquinella, pensaci! E se un giorno il generale si trasferisse per esempio al Nord Italia? Che farai, ci andrai pure tu oppure cambierai famiglia? Così sarai sempre costretta a ricominciare da capo!"
Pasquinella, si convinse, decise di partire e garbatamente spiegò alla sua signora che al rientro delle vacanze avrebbe lasciato il lavoro per partire assieme a Venera. Intanto anche Don Antonio ne era stato messo al corrente. Era l'inizio di settembre, dopo il rientro a Messina Pasquinella si preparava per la partenza, il giorno prima della data stabilita bussarono alla porta, lei andò ad aprire… e rimase pietrificata perchè lì davanti a lei c'era Don Antonio: