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"Sono le dieci,
mia moglie e mia figlia mi stanno aspettando! Chiudo la porta e
porto via la chiave tanto a te non manca niente. Sei pure in buona
compagnia!".
'Ntoni uscì e chiuse la porta a chiave, subito dopo Pasquinella
si dovette alzare a cercare una coperta, aveva tanto freddo era
tremante e forse aveva la febbre. Tentò di stendere la coperta
sul letto, ma con una manovra maldestra spense il lumicino a petrolio
che si trovava sul comodino. Non c'erano fiammiferi o forse non
riuscì a trovarli, si rimise a letto al buio recitando il
rosario e invocando la Vergine Maria di proteggergli il bimbo. Il
giorno dopo 'Ntoni arrivò di buon'ora, davanti alla porta
c'erano Vittoria e Caterina, mogli dei coloni, che aspettavano lui
per entrare.
"Buongiorno!" disse loro.
"Buongiorno alla vostra signoria" risposero.
"Come stanno?"
"Non lo possiamo sapere - rispose Vittoria - visto che avete
chiuso la porta a chiave e ve la siete portata via; speriamo che
siano ancora vivi! O forse
per voi è meglio se sono
morti? Caterina, magari potremmo ucciderli noi così il padrone
ci darà la ricompensa
"
"Vittoria adesso basta! Smettila di fare ironia su tutto quello
che dico e faccio! Ieri sera ero molto stanco e preoccupato, ci
ho pensato tutta la notte e adesso mi sono pentito".
'Ntoni aprì la porta ed entrò in casa, dietro di lui
le due donne. Pasquinella stava seduta sul letto con il bimbo in
braccio, aveva la febbre e stava male. 'Ntoni tirò un sospiro
di sollievo a vederli vivi.
"Sia lodato Iddio! State
bene per fortuna. Pasquinella,
gli ho trovato il nome: si chiamerà Damiano. È un
bel nome che dici?"
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