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    Capitolo X
 
 
 
Lei lo ignorò e iniziò a raccontare a Vittoria e Caterina come aveva trascorso la notte completamente al buio.
"… L'ho tenuto stretto stretto per sentirlo respirare, meno male che non ha pianto… ho avuto veramente tanta paura".
'Ntoni si coprì il viso con le mani, era veramente pentito. Subito dopo le disse:
"Non ti preoccupare! Ti prometto che non sarai più da sola, oggi stesso cerco qualche famiglia che sia disposta a venire ad abitare al piano di sotto. Nel monolocale c'è abbastanza spazio, dovrò far costruire per loro solo il focolare. Terra da coltivare ce n'è in abbondanza, così la finiamo con la manodopera esterna, il denaro scarseggia ed io mi sentirò più tranquillo così".
Non passò che una settimana e Pasquinella di compagnia ne aveva fin troppa. Al piano di sotto, si era trasferita una giovane coppia con sette figli piccoli. All'inizio 'Ntoni affidò loro un piccolo pezzo di terra senza chiedere nulla in cambio, ma dopo neanche un anno le cose cambiarono: il colone più giovane, marito di Vittoria, perse la vita nel cantiere dove lavorava. Il crollo di un muro lo travolse e sua moglie rimase da sola con i tre bambini piccoli. Non potendo affrontare il lavoro dei campi da sola decise di trasferirsi in paese e il suo posto da colone lo prese la famiglia che abitava con Pasquinella.
Damiano cresceva benissimo e, anche se c'era la guerra, Ierapotamo sembrava un'oasi di pace. Non mancava niente e Pasquinella si sentiva finalmente realizzata. Non aveva paura di niente e di nessuno. Di tanto in tanto 'Ntoni portava il figlio in paese per farlo vedere agli amici, lo colmava di regali e poi lo riportava in campagna. Compiuti sei anni, Damiano cominciò ad andare a scuola e tutti i giorni si doveva recare a piedi in paese a frequentare la prima elementare.