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"Carissimi - disse
loro - sono arrivato al bivio, adesso devo scegliere! Accompagnatemi
in campagna e fate venire un medico e, se possibile, anche un notaio".
Così fecero e, trascorsa appena una settimana, 'Ntoni si
riprese. Ogni giorno i suoi amici andavano a trovarlo si sforzavano
di conciliarlo con la famiglia con la quale si era creata ormai
una frattura insanabile. 'Ntoni andò dal notaio e con atto
di vendita, nominò Pasquinella padrona assoluta di tutti
i suoi beni, esclusa la casa in paese. Dopo tre mesi rivide moglie
e figlia davanti al giudice, chiese la separazione legale. Dovette
pagare le spese processuali e in più diecimila lire al mese
come vitalizio alla moglie a causa dell'abbandono del tetto coniugale.
La guerra era finita e quasi tutti i figli dei coloni erano emigrati
al nord a lavorare nelle fabbriche, in campagna rimasero gli anziani,
le donne e i bambini. Stando così le cose, parte dei terreni
rimasero incolti. Pasquinella, per andare incontro a 'Ntoni e alle
sue esigenze economiche, cominciò a vendere le proprietà.
"Non posso tenere tutto per me - diceva - lui ha bisogno di
liquidi per il vitalizio della moglie e non posso lasciarlo senza
soldi. Mantengo per me quanto è giusto!"
'Ntoni non si spostava più, usciva raramente e solo quando
era veramente necessario. Trascorreva le giornate passeggiando nei
campi e lungo le rive del fiume. I suoi amici erano sempre presenti
e ogni giorno Pasquinella cucinava per tutti loro. Damiano, si era
fatto ormai un bel giovanotto, parlava molto bene e passava le giornate
a leggere. 'Ntoni diceva di lui:
"è così bene educato che non sembra un maschio!"
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