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    Capitolo X
 
 
 
"Carissimi - disse loro - sono arrivato al bivio, adesso devo scegliere! Accompagnatemi in campagna e fate venire un medico e, se possibile, anche un notaio".
Così fecero e, trascorsa appena una settimana, 'Ntoni si riprese. Ogni giorno i suoi amici andavano a trovarlo si sforzavano di conciliarlo con la famiglia con la quale si era creata ormai una frattura insanabile. 'Ntoni andò dal notaio e con atto di vendita, nominò Pasquinella padrona assoluta di tutti i suoi beni, esclusa la casa in paese. Dopo tre mesi rivide moglie e figlia davanti al giudice, chiese la separazione legale. Dovette pagare le spese processuali e in più diecimila lire al mese come vitalizio alla moglie a causa dell'abbandono del tetto coniugale. La guerra era finita e quasi tutti i figli dei coloni erano emigrati al nord a lavorare nelle fabbriche, in campagna rimasero gli anziani, le donne e i bambini. Stando così le cose, parte dei terreni rimasero incolti. Pasquinella, per andare incontro a 'Ntoni e alle sue esigenze economiche, cominciò a vendere le proprietà.
"Non posso tenere tutto per me - diceva - lui ha bisogno di liquidi per il vitalizio della moglie e non posso lasciarlo senza soldi. Mantengo per me quanto è giusto!"
'Ntoni non si spostava più, usciva raramente e solo quando era veramente necessario. Trascorreva le giornate passeggiando nei campi e lungo le rive del fiume. I suoi amici erano sempre presenti e ogni giorno Pasquinella cucinava per tutti loro. Damiano, si era fatto ormai un bel giovanotto, parlava molto bene e passava le giornate a leggere. 'Ntoni diceva di lui:
"è così bene educato che non sembra un maschio!"