Si udì bussare alla porta,
Vice andò ad aprire era Damiano. Il ragazzo entrò,
'Ntoni lo ignorava, lui si avvicinò e gli si inginocchiò
davanti dicendogli:
"Papà, perché te ne vuoi andare? La mamma mi
ha detto tutto, se ha sbagliato ti chiedo scusa da parte sua.
So che non mi stimi tanto, ma se sono diventato così è
stato principalmente a causa della paura del tuo giudizio. Ho
sempre tentato di migliorarmi, ma le tue critiche mi hanno sempre
bloccato, nonostante ciò io ti voglio bene e te ne ho sempre
voluto, anche quando abitavi in paese".
All'ascolto di queste parole 'Ntoni si ammorbidì, abbracciò
il figlio e lo baciò sui capelli.
"Dai papà, torniamocene a casa, la bambina sta piangendo
e tu sai quanto ti ama, se non ce la fai a camminare ti porto
io sulle spalle".
'Ntoni dopo quel giorno, non uscì più di casa, passava
le giornate la mattina a letto e il pomeriggio su una sdraio,
era molto malato: un ictus lo aveva colpito e non riusciva quasi
a parlare. Pasquinella lo accudiva scrupolosamente, si assentava
solo al pomeriggio quando la bambina rientrava da scuola.
"Stai dentro con il tuo papà
- le diceva sempre
- e se dovesse succedere qualcosa vieni subito a chiamarmi".
La bimba dopo i compiti diceva:
"Papà, ho finito ti prego raccontami una storia!"
Ma 'Ntoni rispondeva:
"oggi non ce la faccio a parlare! Metti un disco sul grammofono
che ascoltiamo un po' di musica".
"Uffa! Io non ce la faccio, bisogna dare corda
si deve
cambiare la puntina
e poi a me questa musica non piace!
Io vorrei una radio piccolina che funziona con le batterie come
quella che hanno tutti i miei compagni".