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    Capitolo X
 
 
 
"Io non so niente, chiedilo a Pasquinella! È lei che comanda qua".
"A chi, a mia madre? Lei dice che non è necessario".
"Io non ho nemmeno un centesimo! Gli ultimi miei averi li ho dati a tuo fratello, si è comprato l'orologio".
Era il primo marzo del 1963, 'Ntoni stava molto male, a causa della pressione alta la notte precedente aveva avuto un'emorragia dal naso che non si era riusciti a tamponare completamente. Era rimasta una piccola perdita e il medico disse che non c'era più niente da fare, ormai era questione di giorni. Due signorine dell'azione cattolica vennero a trovarlo per chiedergli se si volesse confessare, 'Ntoni rispose di si e da lì a poco tornarono in compagnia dell'arciprete. Il sacerdote rimase per più di un'ora seduto al capezzale di 'Ntoni per ascoltarlo, Pasquinella e gli altri si trovavano nell'altra stanza. Ad un certo punto si udì la voce alterata di 'Ntoni, poi anche il prete si mise ad urlare:
"… Don Antonio per il bene della vostra anima pentitevi e mandate via questa donna! Io non posso assolvervi se continuate a vivere nel peccato".
"Arciprete come posso peccare se il mio corpo è quasi morto?"
"Il corpo è morto, ma la vostra mente è perfettamente lucida…"
"Andate via!!! Mi avete rotto… Se qui c'è un pervertito, quello siete voi! La mia anima la consegnerò all'onnipotente, lui sa cosa deve fare".
Il prete uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo:
"non posso dare i sacramenti ad uno che vive nel peccato mortale!"
Poi rivolgendosi a Pasquinella:
"… a meno che non siate voi a prendere la giusta decisione! Potreste affidarlo alle cure di qualcun altro. Avete un figlio grande mi pare, l'importante è che voi rimaniate in un'altra stanza".