APPELLI. "FUCINA DELLA
NONVIOLENZA" DI FIRENZE: GIORNATA DELLE FORZE DISARMATE
[Da Alberto L'Abate (per contatti: labate@unifi.it) riceviamo e diffondiamo
il seguente volantino della "Fucina della nonviolenza" di Firenze.
Alberto L'Abate e' nato a Brindisi nel 1931, docente universitario di
sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di
laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti"
dell'Universita' di Firenze, e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nella
Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle
attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico
e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo
Dolci e preso parte
a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario
e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione
Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata
di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per
la nonviolenza e la riconciliazione"; e' portavoce dei "Berretti
Bianchi" e promotore dei Corpi civili di pace. Tra le opere di Alberto
L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza,
Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli,
Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997;
Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e
pace, Pangea, Torino 2001]
Dichiariamo il 4 novembre "Giornata
delle forze disarmate".
Un'alternativa alle Forze Armate esiste: sono i Corpi Civili di Pace,
previsti dal testo della Costituzione europea e dal programma dell'Unione,
ma che tardano ad essere costituiti per l'opposizione dei militari. Ma
che cosa sono i Corpi Civili di Pace? Che cosa fanno? I Corpi Civili di
Pace sono gruppi di persone, con un'adeguata preparazione, che svolgono
attivita' tese a prevenire o risolvere situazioni di pre-conflitto o di
conflitto aperto, con diversi strumenti e modalita':
- appoggio ai gruppi locali che utilizzano gli strumenti della non violenza
per la difesa dei propri diritti;
- l'accompagnamento continuo di persone minacciate dagli "squadroni
della morte", o comunque a rischio;
- l'organizzazione di vere e proprie "Ambasciate di Pace" in
quelle
localita' per studiare a fondo i problemi connessi alla possibile esplosione
del conflitto e per cercare di trovare delle vie per una soluzione pacifica
prevenendone l'esplosione;
- l'attivazione di incontri tra le parti in conflitto per cercare delle
soluzioni concordate;
- l'organizzazione di marce o di interventi di molte persone, per un periodo
di tempo limitato, per appoggiare iniziative di pace delle due parti,
e "drammatizzare" la situazione in modo da stimolare un intervento
responsabile della comunita' internazionale;
- l'osservazione della regolarita' di elezioni e del rispetto dei diritti
umani;
- la formazione alla nonviolenza, al rispetto dei diritti umani, al dialogo
interetnico e alla riconciliazione di membri attivi della societa' civile
dei contendenti, tentando di unirli anche nella fase della formazione,
e cercando, con loro, delle possibili soluzioni al conflitto stesso.
Invece le organizzazioni umanitarie tradizionali si occupano, normalmente,
di assistenza a fasce deboli della popolazione, aiuto alla ricostruzione
di case o di strutture di servizio (scuole, ospedali, centraline per la
potabilizzazione dell'acqua, ecc.), cura di malati o di feriti, la distribuzione
di viveri, l'aiuto a fasce deboli della popolazione per lo sviluppo di
attivita' che creino opportunita' di crescita sociale ed economica. Tutte
attivita' estremamente importanti, da non sottovalutare, ma che rischiano
molte volte di rendere le popolazioni dipendenti dagli aiuti esterni e
non aiutarle ad essere autonome.
I due tipi di attivita' hanno una differenza di fondo: i Corpi Civili
di
Pace sono orientati alla prevenzione dei conflitti armati, alla ricerca
di soluzioni alternative alla guerra ed alla lotta armata; quelle umanitarie
alla difesa delle fascie piu' deboli della popolazione.
Questi due tipi di attivita' richiedono capacita' e conoscenze diverse;
in particolare per la previsione, la prevenzione dei conflitti armati,
o per le altre attivita' previste per i Corpi Civili di Pace, ci vuole
una grande preparazione umana e sociale, molte conoscenze sui modi per
risolvere nonviolentemente i conflitti, per mediarli o per trasformarli
creativamente.
E queste competenze sono difficili a trovare e richiedono, oltre all'impegno
personale, anche una professionalita' specifica.
Se vogliamo un mondo senza guerra e senza violenze dobbiamo incrementare
e trovare fondi adeguati per i Corpi Civili di Pace.
Secondo studi approfonditi basterebbe ridurre del 30% le attuali spese
militari ed utilizzarle per attivita' alternative: potremmo risolvere,
in circa 20 o 30 anni, tutti gli attuali problemi del mondo, dalla fame,
all'analfabetismo, alla mancanza di risorse energetiche. Un altro mondo
e' possibile. Perche' non lo facciamo?
Tratto da: "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO"
Foglio quotidiano di approfondimento proposto
dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 1469 del 4 novembre 2006
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