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CivitasMed Cosenza - Cupole geodetiche Uno sguardo su donne algerine di Esther Basile Tutto lincontro verte sul tema dei
diritti. Forse potremmo dire che nel campo dei diritti umani fino ad oggi
vi è stata unottica di parte, intendendo dire che la visione
occidentale dei fatti lascia un vuoto. Ecco perché sono sicura
che lintera giornata di studio sarà un tassello di completamento.
La cosa che mi preme dire, interpretando e facendo mio il pensiero dellavvocato
Gerardo Marotta è che la cultura trovi sempre maggiori spazi e
possibilità di divulgazione, non solo in posti preziosi e privilegiati
come Palazzo Serra di Cassano, la cui storia è pregna di significati
e memoria. Non cè cultura se non cè possibilità
di esprimere questa cultura e di farlo liberamente nel confronto dialettico,
interculturale, intereligioso, temi tutti di grande attualità per
i nostri tempi. La scommessa è lestensione di questo pensiero
in una città come Napoli che amiamo e che vorremmo sempre di più
vedere progredire. Capitale nel 600 dalla storia non confutabile,
abitata ancora oggi da validi condottieri. In primis il nostro Don Chichotte
lamico Gerardo Marotta che a questo Palazzo e a questa nostra città
ha regalato unofficina di pensiero per la formazione dei giovani
e delle giovani donne. Parlare di una cultura dei diritti è compito
arduo e assai complesso, sicuramente significa condividere una priorità
ed anche condivisione di un percorso femminile di tante donne ricercatrici
e non per poter creare unoccasione di interscambio. Lo auspica Tullia
Zevi insieme agli altri ospiti del Palazzo. Anche quando parliamo di Velo
che svela e nasconde come scrivono alcune antropologhe attente come Gianfranca
Ranisio, anche quando Francesca Corrao leggerà poesie arabe che
ci riportano ad un clima specifico, la nostra attenzione dovrà
fermarsi sui contenuti essenziali. Mi piace in questa collocazione menzionare
Fatema Mernissi studiosa del Corano e scrittrice che da molti anni svolge
attività di ricerca e insegnamento in ambito internazionale, che
dopo aver approfondito nei suoi Saggi precedenti la tradizione femminile,
oggi si misura con un Testo completamente diverso come Karawan alla scoperta
di un Marocco dove terrorismo, razzismo e neo-colonialismo possano arretrare
difronte al dispiegarsi di un Islam umanista, nutrito di democrazia e
diritto alla critica. Diritto quindi a manifestare la propria cultura,
a difendere la propria identità culturale che deve essere riconosciuto,
considerando le trasformazioni intrinseche ai movimenti. Il mondo arabo
e noi, continua mediazione in un sano equilibrio. A tale proposito vorrei
ricordare a noi tutti la Rassegna sui Paesi Arabi di cinema-arte-danza-musica
e teatro avvenuta nel 1997 con il Comune di Napoli che aprì ad
altri confronti.
Vorrei accennare come specifico mio intervento
ai gruppi di donne algerine prima del 1988, quando la partecipazione delle
donne algerine al Movimento di liberazione nazionale fece nascere grandi
speranze per quanto riguardava il miglioramento della condizione delle
donne nellAlgeria indipendente. Lo statuto giuridico delle donne
in Algeria ha potuto trovare un consenso tra le diverse forze al potere
solo nel 1984, attraverso ladozione del Codice della famiglia che
fa della donna uneterna minorenne. Nei paesi occidentali la rivendicazione
dei diritti delle donne ha assunto un certo rilievo negli anni 60
ed una dimensione internazionale negli anni 70;ciò non è
stato senza effetto nel mondo arabo e nel Maghreb, dove le donne cominciavano
a porre il problema della loro condizione dinferiorità. Come
si sono organizzate le donne in Algeria al di fuori del quadro istituzionale
, che era quello dellUNFA(Union nazionale des femmes algèriennes)
sotto legida dellex partito unico il Fln? Fin dallinizio
degli anni 80 alcune donne cercarono di trovare degli ambiti specifici,
tenendo conto delle condizioni particolari e dei vincoli, che permettessero
una maggiore partecipazione femminile allattività politica
e ai compiti di edificazione nazionale. Associazioni di donne in diversi
periodi dal 1988-1991 e dal 1992 al 1997 hanno creato collettivi che sfociarono
nella costituzione di un coordinamento nazionale nel 1989, che ha dato
come esito una piattaforma ancora attuale. Nel periodo che va dal 1989
al 1991 il movimento delle donne è apparso come il movimento sociale
più unito nella sua diversità. Questo movimento di donne,
nato nel contesto del pluralismo e attorno alla rivendicazione dei diritti,
ci induce a porre diverse domande. Le rivendicazioni avanzate nel quadro
di questo nuovo movimento sono fondamentalmente diverse da quelle dei
gruppi del periodo 1962-1988 e dalle istanze delle donne allinterno
del Movimento di Liberazione nazionale? Si aprirebbero molte possibilità
di confronto e lo faremo in altra sede. Le donne sono state le prime a
prendere coscienza del periodo della violenza integralista. Il 23 Novembre
1989 hanno organizzato in alcune città come Algeri, Annaba.. dei
sit-in di condanna degli atti di violenza integralista nei confronti di
tre donne, hanno ricordato le numerose aggressioni psicologiche organizzate
dai fratelli musulmani fin dagli anni70 contro gli studenti. Lesame
delle diverse dichiarazioni in occasione dell8 marzo 1990 mostra
come alcune associazioni abbiano preferito non capire, mentre altre pensavano
ad un pericolo incombente. LAfepec, che aveva condannato con fermezza
la proposta degli integralisti, si è vista recapitare una lettera
di minaccia di morte per una delle sue dirigenti la defunta Zoubida Pagani.
Unacuta coscienza del pericolo integralista si sviluppa in seno
a diverse associazioni, lopinione pubblica e i poteri istituzionali,
prendendo la parola nei diversi incontri. Il successo conseguito dallex
Fis alle elezioni comunali non ha fatto che accentuare la posizione radicale
anti-integralista tra le militanti. Le prime misure prese dai sindaci
islamisti non a caso riguardavano le donne.: chiusura delle palestre,
divieto di fare musica e danza a livello di conservatorio, obbligo per
il personale femminile dei comuni di portare il velo. Il colmo è
stato raggiunto nellestate del 1990 con la separazione delle famiglie
in riva al mare da una parte le donne e dallaltra gli uomini. Linterruzione
delle elezioni legislative del dicembre 1991 e lorganizzazione del
Cnsa Comitè National de sauvegarde de lAlgérie, hanno
visto le militanti costituirsi come lala più radicale del
Movimento, con la richiesta, da parte di alcune associazioni, dellinterdizione
dei partiti integralisti. Oggi viene rimproverato alle militanti di costituire
un gruppo di élite, occidentalizzato e lontano dalle realtà
delle donne. Le militanti rispondono che la lotta per i diritti non è
mai stata sostenuta da tutta la società, ancora meno nei paesi
arabo-musulmani.
A ben vedere il problema non è specifico
del movimento delle donne, ma si pone per tutti i movimenti sociali in
Algeria ed è legato allemergere della società civile.
E opinione diffusa che la questione dei diritti delle donne sia
stata relegata in secondo piano e abbia lasciato il posto alla lotta contro
il terrorismo e lintegralismo. Loggetto centrale delle nostre
analisi dovrebbe essere la cittadinanza piena e intera del soggetto Femminile.
Ma una cittadinanza piena non può essere realizzata se non nel
quadro di leggi egualitarie, conformi ai valori universali dei diritti
della persona umana, al di fuori di ogni riferimento alla religione. Oggi
le donne di tutte le latitudini devono interrogarsi sul postmoderno e
sullazione politica. Stiamo vivendo cambiamenti economico-sociali
e politici radicali non solo nei paesi dellEuropa centro-orientale,
ma nellintero sistema mondiale. Sappiamo che la globalizzazione
crea anche un contesto nuovo per le politiche nazionali e che le basi
nazionali della politica sono state anchesse trasformate radicalmente.
Negli ultimi anni abbiamo assistito in Germania allapprofondirsi
di un gap tra la teoria femminista da un lato e gli sviluppi della politica
delle donne e il movimento femminista dallaltro. Eppure per alcune
femministe la teoria postmoderna appare attraente perché rimane
nei limiti del discorso accademico e sceglie di non occuparsi di pratiche
politiche nelle istituzioni e nel movimento delle donne. Bibliografia Esther Basile: Delegata Istituto Italiano per gli Studi Filosofici- Presidente Associazione Eleonora Pimentel dal 1996- Già Presidente Consulta Regionale Femminile Pari Opportunità- Ideatrice Progetto La Tela Del Mediterraneo. |
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