CivitasMed
Mostra-Convegno
della solidarietà e dell'economia civile
16-19 novembre 2006
venerdi 17 novembre 2006 ore 11,30
Cosenza - Cupole geodetiche
Sala convegni
L'acqua è un bene comune della umanità
che non può essere mercificato.
Seminario preparatorio della Conferenza Euromediterranea.
Sintesi dell'incontro.
E. Molinari, presidente del Comitato Italiano del
Contratto Mondiale sull'acqua
E. Ferrari, Presidente di Ingegneria Senza Frontiere-Cosenza
Si fa un gran discutere di problemi che più
sembrano condizionare il nostro futuro incerto: immigrazione, clima, ma
senza dubbio la più urgente è l'esaurimento di alcune grandi
risorse. Nel 2006 sono stati diversi i meeting internazionali in cui si
è parlato di queste emergenze ambientali, ultimo tra i quali il
meeting appena concluso di Nairobi. Ebbene, si è quasi unanimemente
d'accordo che il petrolio durerà solo altri 20 anni.
Ma c'è una risorsa ancora più importante ed urgente, esauribile
e non più rinnovabile: l'acqua. Qualsiasi produzione di cibo o
di beni ha bisogno di acqua ma i modelli di consumo attuali non sono più
sostenibili. A Milano si consumano circa 400 l/ab al giorno e tale dotazione
è oramai difficilmente proponibile per il futuro.
E' una vera e propria crisi di civiltà, una crisi sociale. Se per
il petrolio sono in corso da decenni guerre sanguinose, per l'acqua lo
stesso scenario di conflitto è già cominciato. Le grandi
multinazionali, per gestire indisturbati i proventi petroliferi, si sono
impossessate lentamente ma senza alcuna difficoltà dei governi
del mondo, mediante i quali hanno dichiarato guerra alle nazioni che hanno
palesato critiche contro i loro interessi. E se la stessa cosa si ripetesse
con l'acqua?
In realtà anche se hanno economie in crescita, sul settore delle
risorse idriche sono in grave crisi anche i grandi modelli di sviluppo
americani e cinesi. In quest'ultima nazione i quasi 1,5 mld di abitanti
hanno quotidianamente bisogno di acqua, ma le falde molto sfruttate scendono
di due m l'anno. Per raccogliere più acqua è in corso un
piano gigantesco per la costruzione di oltre 100 dighe con cui la Cina
intende approvvigionarsi di risorse idriche a scapito della sparizione
di intere città e dello stravolgimento di interi territori del
Sud-Est Asiatico. Negli USA alcune grosse falde si stanno depauperando
velocemente ed anche corsi d'acqua come il Colorado, regolati da dighe
poderose, non sempre riescono a raggiungere le città della costa
da servire (che d'altra parte sono quelle americane, non quelle messicane).
Anche nel Sud Italia e nel bacino del Mediterraneo la situazione è
a rischio di desertificazione. Nel nord non si sta meglio, visto che a
Milano si emunge l'acqua dalla terza falda a circa 200 metri di profondità,
essendo ormai esaurite le altre due più superficiali. E questa
estate, per fronteggiare ad una situazione di crisi, nella stessa città
il sindaco è stato costretto a scegliere tra i diversi utenti cui
destinare l'acqua di alcuni invasi con le grandi proteste delle parti
escluse dalla scelta.
Il problema è che ora il sistema idrico integrato è stato
messo sul mercato. L'acqua non è più in mano alla municipalità,
come nei decenni scorsi. Inoltre siamo già nel pieno di assurde
campagne sui mass-media tendenti a deviare i comportamenti della gente
verso assurde iniziative. Questa estate su un giornale è comparsa
una pubblicità di una banca che invitava ad investire in titoli
legati all'acqua.
Nelle conferenze internazionali al posto di asserire che l'acqua è
un diritto umano, si finisce col dire che l'acqua è un bisogno
da soddisfare. Questo significa dire che l'acqua è un bene economico
e quindi soggetto alle assurde logiche di mercato della domanda e dell'offerta.
Il tentativo di privatizzare l'acqua va così avanti rapidamente,
con la complicità indiretta delle municipalità al corto
di fondi che non trovano di meglio che affidare la gestione e la manutenzione
della rete idrica in mano ai privati. I privati in questo settore non
hanno vita lunga. Alla fine le superpotenze in questo settore (francesi
soprattutto) trovano il modo di "entrare nell'affare" e prendere
il pieno controllo della gestione, rendendo assai difficoltoso il diritto-dovere
della parte pubblica di controllare quanto messo in opera dalla parte
privata. Tutto questo avviene nell'indifferenza e a volte con la complicità
della politica.
In sintesi, nel settore dell'acqua, così come in altri settori
legati alle risorse di cui finora è stato fatto abuso, ci sono
forti segnali di squilibrio. Soprattutto ci sono segnali di esaurimento.
Inoltre si vuole rendere l'acqua bene di consumo soggetta alle leggi del
mercato, alla pari delle altre merci.
Questo tentativo è operato dalla Banca Mondiale verso i paesi che
chiedono prestiti, che vengono loro erogati solo se i paesi si impegnano
a privatizzare la gestione della risorsa.
Tale tentativo si combina con i segnali di esaurimento della risorsa,
peggiorando in tal modo enormemente il quadro già fortemente negativo.
Il processo, forse, può ancora essere invertito, come alcuni fatti
recenti dimostrano. Il mondo della società civile può influire
sul tema, che riguarda la vita di ciascuno di noi, nessuno escluso, se
ci si impegna quotidianamente in scelte responsabili che diano testimonianza
della nuova rotta verso cui i politici devono orientarsi per governare
e gestire l'acqua nell'interesse dei cittadini. Questo può essere
fatto seguendo associazioni e movimenti che partecipino o promuovano campagne
di sensibilizzazione sull'acqua, coinvolgendo esponenti del settore, del
mondo amministrativo, politico, accademico e semplici cittadini, producendo
materiale di sensibilizzazione per le scuole, che formino persone sempre
più consapevoli sull'argomento, insistendo in modo particolare
sul tema della responsabilità e della solidarietà.
In sintesi, nel settore dell'acqua, così come
in altri settori legati alle risorse di cui finora è stato fatto
abuso, ci sono forti segnali di squilibrio. Soprattutto ci sono segnali
di esaurimento. Inoltre si vuole rendere l'acqua bene di consumo soggetta
alle leggi del mercato, alla pari delle altre merci.
Questo tentativo è operato dalla Banca Mondiale verso i paesi che
chiedono prestiti, che vengono loro erogati solo se i paesi si impegnano
a privatizzare la gestione della risorsa.
Questo tentativo si combina con i segnali di esaurimento della risorsa,
peggiorando in tal modo enormemente il quadro già fortemente negativo.
Il mondo della società civile può comunque influire se quotidianamente
impegnato in scelte responsabili che inducano e chiedano ai politici di
governare nell'interesse dei cittadini.
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